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Piena e buona occupazione. Iniziativa Cgil 9 marzo

La Cgil promuove per il 9 marzo l'iniziativa dal titolo ‘Piena e buona occupazione’.

Interverrà al dibattito Nicolò Giangrande, economista e ricercatore della Fondazione Di Vittorio.

L'evento potrà essere seguito in diretta sulla pagina Facebook della FDV dalle ore 10.

 

La disoccupazione sostanziale: una proposta per misurare la reale consistenza della disoccupazione in Italia

Il terzo numero del 2021 della Collana Working Paper della Fondazione Di Vittorio, parte dall’anomalia italiana dell’alto tasso di inattività per propone una misura alternativa della disoccupazione.

Lo studio dei ricercatori della FDV Giuliano Ferrucci e Nicolò Giangrande, prende in considerazione quella parte degli inattivi che, per l'immediata disponibilità al lavoro e per le ragioni della mancata ricerca di un impiego, sono assimilabili ai disoccupati in senso stretto.

Questo articolo definisce, quindi, l'area della disoccupazione sostanziale e il relativo indice, molto più elevato del tasso di disoccupazione ufficiale ma in linea col basso tasso di occupazione che caratterizza l'economia italiana nel confronto con le maggiori economie dell’Eurozona.

Cala l'occupazione, quasi tutta nel lavoro dipendente

Dopo sei mesi di crescita, e per la seconda volta consecutiva, l'Istituto di statistica registra un'emorragia di posti di lavoro.

Articolo di Fulvio Fammoni, presidente FDV, pubblicato su Collettiva.it

La disoccupazione sostanziale: una proposta per misurare la reale consistenza della disoccupazione in Italia

L’entità della disoccupazione italiana è da tempo oggetto di confronti e ricerche.

Gli indicatori fondamentali del mercato del lavoro italiano sono infatti anomali rispetto a quelli del resto dell’Unione Europea (dati media 2020). Il nostro tasso di occupazione è più basso di quasi 10 punti percentuali rispetto all’Unione Europea, ma contemporaneamente il nostro tasso di disoccupazione, seppur più elevato della media UE, lo è in maniera molto meno marcata di quanto comporterebbe la differenza col tasso di occupazione.

I conti così non sono allineati, dov’è la reale differenza? La si riscontra in una ormai storica anomalia del mercato del lavoro italiano che ha il più alto tasso di inattività di tutta l’UE.

Il mercato del lavoro in Italia alla prova della pandemia: ripercussioni e prospettive

Il quarto numero della nuova collana Working paper FDV descrive le tre fasi attraversate dal mercato del lavoro nel corso del 2020, scandite dall’evoluzione della pandemia: il lockdown di marzo e aprile, che ha prodotto una improvvisa e cospicua contrazione del numero di occupati nel secondo trimestre del 2020; l’aumento congiunturale dell’occupazione nel periodo estivo, come conseguenza del progressivo allentamento delle restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria; la recrudescenza dell’epidemia in autunno e il ripristino di severe misure di contenimento, le cui conseguenze in termini di produzione e lavoro non è ancora possibile valutare, se non con grandi margini di incertezza legati alla disponibilità del vaccino contro il coronavirus e all’efficienza della campagna vaccinale.

Commento dati ISTAT Occupati e disoccupati Settembre 2019


ISTAT segnala che nel mese di settembre l’occupazione cala (in particolare fra gli indipendenti -44 mila) e continua a peggiorare la sua qualità’ (+30 mila tempi determinati e -18 mila tempi indeterminati).

Aumenta la disoccupazione (+73 mila unità’ pari a +3% rispetto al mese precedente) che ritorna vicina al 10%, confermando il rapporto diretto con l’inattivita’ (-77 mila) con un meccanismo ormai confrontabile mese per mese.

Studio FDV: “Le peculiarità del mercato del lavoro italiano in Europa”

Nel raffronto con la situazione europea, il mercato del lavoro italiano ha caratteristiche che i soli dati complessivi su occupati e disoccupati non sono in grado di evidenziare e che è bene tenere in considerazione nei commenti sulla condizione dell’occupazione nel nostro Paese.

Secondo lo studio “Le peculiarità del mercato del lavoro italiano in Europa”, curato dal ricercatore Lorenzo Birindelli, è pur vero che nel 2° trimestre 2019 il numero di occupati ha superato il livello del 2° trimestre 2008; tuttavia la qualità dell'occupazione italiana peggiora se si prendono in esame le tipologie di lavoro (Part-time involontario e del Tempo determinato) o le ore lavorate.

Commento dati ISTAT Occupati e disoccupati Agosto 2019

Prosegue la fase di altalena nei dati mensili su Occupati e Disoccupati con, nei primi due mesi del 3° Trimestre, un andamento calante che vede una tendenza diversa nei due mesi tra dipendenti e indipendenti. Resta ancora positivo invece, il confronto su base trimestrale e annuale.

La particolarità del dato di agosto è relativa soprattutto al rapporto tra disoccupazione ed inattività.

Calano le persone in cerca di occupazione (-87 mila) ma torna ad aumentare l’inattività quasi nella stessa quantità (+73 mila).

Commento dati ISTAT Occupati e disoccupati Luglio 2019

I dati Istat di luglio 2019 segnalano un arresto della dinamica di crescita dell’occupazione rispetto ai mesi precedenti di -18mila unità.

In particolare, il calo è concentrato fra i lavoratori dipendenti, con -46mila unità (-44mila fra i permanenti).

L’aumento degli indipendenti (+29mila in luglio) porta invece il loro dato annuale praticamente in parità (-7mila).

I numeri totali dicono che il lavoro a termine sia ormai, in tutti i mesi del 2019, stabilmente collocato sopra i 3 milioni di persone (circa il 17% del totale dei lavoratori dipendenti).

Che interpretazione dare a questa dinamica?

“Commento dati ISTAT Occupati e disoccupati Maggio 2019”

I dati Istat di Maggio 2019 su Occupati e disoccupati, segnalano una crescita dell’occupazione (+67 mila unità su base mensile e +92 mila su base annuale), un calo della disoccupazione (-51 mila unità).
Tutto bene dunque? E’ un dato quantitativamente positivo in questo mese ma forse una lettura attenta della realtà dovrebbe tenere conto anche di altri fattori, sia di carattere qualitativo che quantitativo.
Anzitutto le ore lavorate. I dati sono per ora relativi al solo I° trimestre 2019, ma segnalano ancora un quantitativo di ore lavorate più basso rispetto al 2008 e un numero significativamente più basso di ULA. Verificheremo questo andamento con i dati del II° trimestre.

Commento dati ISTAT Occupati e disoccupati Marzo 2019

I dati Istat di Marzo 2019 su "Occupati e disoccupati" segnalano una crescita dell’occupazione, rispetto al trimestre precedente di +46 mila unità (occorre sempre considerare le tradizionali differenze fra l’ultimo e il primo trimestre dell’anno relativo a cessazioni ed attivazioni), mentre su base annua l’aumento è di +114 mila unità.

Una crescita non particolarmente consistente, ma comunque un aumento. Ma di che occupazione si tratta dal punto di vista della qualità?

I dipendenti a termine sono ormai stabilmente sopra i 3 milioni e, sempre nell’ultimo anno, con una crescita superiore all’aumento del totale dei dipendenti (+65 mila contro +63 mila) e un calo –quindi- dei dipendenti permanenti.

Rapporto FDV “Le vere anomalie del mercato del lavoro fra Italia ed Europa”

Roma 30 gennaio – Nel 2018, nonostante un lieve recupero, i principali parametri dell’occupazione italiana restano ancora molto distanti dalla media dell’Eurozona e in alcuni casi il divario aumenta. Il Tasso di occupazione italiano è più basso di 8,6 punti percentuali e simmetricamente il tasso di inattività più alto di 7,7 punti rispetto alla media europea. Il tasso di disoccupazione è “solo” 2,3 punti superiore a quello dell’Eurozona, ma come è noto, una quota di disoccupati è statisticamente riscontrabile all’interno dell’inattività.

Altro dato di rilievo è una sostanziale differenza nella situazione italiana dovuta alla condizione geografica, con il Nord che ha tassi di occupazione in linea con quelli europei e un Sud con oltre 20 punti di ritardo.

Commento dati ISTAT Agosto 2018 di Fulvio Fammoni

I dati Istat sull’occupazione del mese di Agosto 2018 vedono un aumento di 69 mila unità degli occupati; più precisamente una crescita di 95 mila lavoratori dipendenti e un calo di 26 mila indipendenti.

Nell’altalena dei dati del mercato del lavoro italiano, ad agosto 2018, dopo i due precedenti mesi di calo, i dati dell’occupazione tornano a crescere (+0,3% su base mensile, +0,2% su base trimestrale).

Il dato degli occupati permanenti è positivo rispetto al mese precedente (+50 mila) ma resta negativo sia su base trimestrale (-44 mila) che annuale (-49 mila). Continuano a crescere, invece, i dipendenti a tempo determinato (+45 mila su luglio, +105 mila su base trimestrale, +351 mila annuale), più fluttuante il dato degli indipendenti (-26 mila mensile e +11 mila annuale).

Rassegna stampa 8-9 luglio 2017

Rassegna stampa online, agenzie e quotidiani 8 luglio 2017 relativa alla presentazione del rapporto FDV, curato da Giuliano Ferrucci:"La disoccupazione dopo la grande crisi: le forze di lavoro potenziali, lo studio della BCE e la posizione dell’Italia".
 

a cura di Antonia Marraffa
 

'La disoccupazione dopo la grande crisi'


Lavoro: FdV, nel 2016 la disoccupazione potenziale ha raggiunto il 18,5%
Oltre 5 mln i disoccupati in Italia. Scacchetti, mercato del lavoro in grave sofferenza. Occorre favorire politiche di crescita dell'occupazione giovanile e femminile.

In Italia la disoccupazione potenziale è di circa 2 milioni in più rispetto al dato ufficiale. È quanto emerge dal rapporto di ricerca sul mercato del lavoro, elaborato dalla Fondazione di Vittorio, dal titolo 'La disoccupazione dopo la grande crisi', aggiornato a giugno 2016.

Per misurare lo stato di salute del lavoro in Italia, la FdV ha elaborato una ulteriore stima della disoccupazione, il tasso di disoccupazione potenziale, utilizzando le rilevazioni della Bce e la percezione degli intervistati della Rilevazione Continua della Forza Lavoro dell’Istat. Nella ricerca, infatti, vengono considerati non solo i disoccupati formalmente riconosciuti, ma anche le persone che all'interno delle forze di lavoro potenziali aggiuntive (FLPA), riferiscono di sentirsi in cerca di occupazione (condizione percepita). Il tasso di disoccupazione schizza così al 18,5%, ben 6,8 punti sopra il tasso ufficiale, e il numero dei disoccupati sale a 5 milioni e 200 mila.

Lo studio fornisce, inoltre, un'analisi comparativa con le rilevazioni della Bce che stimano l'offerta di lavoro reale. Attraverso due metodologie di calcolo diverse si registra in entrambi i casi una disoccupazione italiana superiore al 20%. Il tasso di disoccupazione allargata per i Paesi dell'area euro è pari al 14,6% (4,3 punti sopra il tasso ufficiale) e al 21,8% per l’Italia (circa 10 punti sopra il tasso ufficiale), mentre il tasso di sottoutilizzo della forza lavoro raggiunge il 17,6% per la zona euro e il 23,8% per il nostro Paese (più del doppio del tasso ufficiale di disoccupazione).

Commento ISTAT dati Marzo 2017

Commento ISTAT dati Marzo 2017
di Fulvio Fammoni

I dati Istat (marzo 2017) confermano l’evidente stallo della dinamica dell’occupazione in Italia.
Il solco rispetto all’Europa si amplia, mentre sempre più si avvicinano le nostre performances a
quelle dei paesi in coda nella graduatoria, ad esempio per quanto riguarda la disoccupazione che
continua a crescere (solo Grecia, Spagna e Cipro fanno peggio di noi, ma con dinamiche ad
esempio in Spagna in controtendenza).
A marzo l’occupazione cala di 7 mila unità con una decrescita fra i lavoratori indipendenti, la
disoccupazione sale all’11,7%.

leggi nota completa in allegato

Una lettura flash dei dati INPS sulle assunzioni nel 2016

Una lettura flash dei dati INPS sulle assunzioni nel 2016 a cura della Fondazione Di Vittorio.
Crollano i contratti a tempo indeterminato, continuano a crescere i voucher e, come sostiene Fulvio Fammoni,  il sistema produttivo italiano continua a non generare quantità di lavoro sufficienti a ridurre la disoccupazione e a dare
risposte ai giovani.

In allegato il commento della Fondazione Di Vittorio ai dati INPS sull'occupazione nel 2016.

Rassegna stampa del 24 settembre 2016

Rassegna online del 24 settembre 2016
Una lettura ragionata dei dati INPS sulle assunzioni: aggiornamento ai primi 7 mesi del 2016
Indagine FDV - L. Birindelli (a cura di)

Rassegna stampa del 17 settembre 2016

Rassegna online del 17 settembre 2016 relativa alla pubblicazione dell'indagine FDV-Tecnè: La percezione economica delle famiglie e delle imprese.
 

Percezione economica delle famiglie e delle imprese

FDV Cgil e Tecnè: crolla fiducia economica famiglie e imprese italiane

Camusso, dati non stupiscono, serve cambiamento politiche economiche 

Roma 17 settembre - Le famiglie che prevedono un miglioramento della situazione economica dell’Italia nei prossimi 12 mesi scendono di 20 punti percentuali rispetto a gennaio e passano dal 46% al 26%. Salgono, invece, quante temono un peggioramento: 33% ad agosto rispetto al 21% di gennaio. Per la prima volta, negli ultimi 12 mesi, i pessimisti superano gli ottimisti.

Questa dinamica è accentuata se si osserva il sub-campione relativo a lavoratori dipendenti, pensionati e disoccupati. La quota di quanti temono un peggioramento sale al 37%, mentre scendono al 23% le famiglie che si attendono un miglioramento delle condizioni economiche del Paese.

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