Il paper presenta i risultati di un’inchiesta nel settore informatico condotta tramite questionario online con l’obiettivo di indagare le forme organizzative, le condizioni di lavoro e le aspettative di intervento sindacale delle lavoratrici e dei lavoratori nel Lazio.
Pubblicazioni
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Il 1989 è impresso nella memoria di ciascuno e nelle date periodizzanti della storia per la singolare e profonda coincidenza tra la distruzione materiale di un “muro” e il significato storico-epocale di quella distruzione. Significato metaforico e atto reale hanno coinciso.
Il terzo numero del 2021 della Collana Working Paper della Fondazione Di Vittorio, parte dall’anomalia italiana dell’alto tasso di inattività per propone una misura alternativa della disoccupazione.
Lo studio dei ricercatori della FDV Giuliano Ferrucci e Nicolò Giangrande, prende in considerazione quella parte degli inattivi che, per l'immediata disponibilità al lavoro e per le ragioni della mancata ricerca di un impiego, sono assimilabili ai disoccupati in senso stretto.
Dopo sei mesi di crescita, e per la seconda volta consecutiva, l'Istituto di statistica registra un'emorragia di posti di lavoro.
Articolo di Fulvio Fammoni, presidente FDV, pubblicato su Collettiva.it
Per la seconda volta consecutiva, dopo sei precedenti mese di crescita, cala l’occupazione in agosto e in modo significativo (-80 mila unità) quasi tutta nel lavoro dipendente (-76 mila). Non è l’unico problema che si osserva. Infatti, questo calo di occupazione si riversa prevalentemente in inattività che cresce di +64 mila unità.
L'andamento dell'economia non è totalmente positivo, anzi. Le scelte dei prossimi mesi segneranno il futuro dell'Italia: il sindacato vuole avere voce in capitolo. Non coinvolgerlo sarebbe una scelta sbagliata, con la mobilitazione inevitabile.
Il 3° trimestre del 2021 inizia con un segno negativo. A luglio, infatti, gli occupati calano di -23 mila unità rispetto al mese precedente. Il calo è il risultato di una contestuale diminuzione degli indipendenti (-47 mila unità) e di una crescita dei dipendenti (+24 mila unità), quest’ultimi ugualmente distribuiti tra permanenti e a termine.
L’occupazione a giugno, sotto la spinta della ripresa del 2° trimestre, cresce rispetto al mese precedente di +166mila unità.
Era una crescita attesa, legata anche all’avvio del periodo estivo. Rispetto ai mesi precedenti c’è un aumento degli occupati permanenti, al momento non completamente imputabile a nuova occupazione o al rientro da cassa integrazione di durata superiore a più di tre mesi (elemento, ovviamente, essenziale per dare un giudizio compiuto sulle dinamiche del mercato del lavoro).
Occupazione: una crescita molto lenta e totalmente precaria.
I dati Istat di maggio relativi a occupati e disoccupati confermano, nonostante la parziale ripresa del Pil in atto, non solo una crescita lentissima dell’occupazione, ma la sua pressoché totale precarizzazione.
E’ in uscita in questi giorni la nuova edizione del libro di Bruno Trentin, La Libertà viene prima. La libertà come posta in gioco nel conflitto sociale, per Firenze University Press. Il libro, curato da Sante Cruciani, che scrive il saggio introduttivo: Critica del fordismo e dinamiche del potere nella ricerca transnazionale di Bruno Trentin (1926-2007), ha una presentazione di Iginio Ariemma, indimenticato collaboratore della Fondazione Di Vittorio, intitolata La vittoria della libertà, e che pubblichiamo integralmente.
Torna a crescere la povertà: nel 2020 è stato raggiunto il livello più elevato di povertà assoluta in Italia. La povertà era già molto diffusa precedentemente, anche se nel 2019 si era registrato un leggero miglioramento. La pandemia ha, però, acuito e generalizzato tendenze già in atto e non è assolutamente certo che, senza opportune scelte ed interventi, il solo superamento della fase più acuta dei contagi porterà la situazione nel 2021 a miglioramenti consistenti.
Le prime previsioni Istat relative agli effetti della pandemia sulla demografia in Italia prevedevano già all’inizio del 2020 effetti molto gravi. La successiva realtà è stata ancora più pesante di quanto allora previsto.
Il totale dei residenti in Italia continua da tempo a diminuire. Al 1° gennaio 2021 la popolazione residente è di 59 milioni 259mila; con un calo di ben 384mila persone su base annua. Un calo impressionante e questa tendenza non tiene ancora conto del drammatico protrarsi dei diversi effetti pandemici nel 2021.
Le prime previsioni Istat relative agli effetti della pandemia sulla demografia in Italia prevedevano già all’inizio del 2020 effetti molto gravi. La successiva realtà è stata ancora più pesante di quanto allora previsto.
Il totale dei residenti in Italia continua da tempo a diminuire. Al 1° gennaio 2021 la popolazione residente è di 59 milioni 259mila; con un calo di ben 384mila persone su base annua. Un calo impressionante e questa tendenza non tiene ancora conto del drammatico protrarsi dei diversi effetti pandemici nel 2021.
Dati molto gravi, nonostante l’ottimismo di maniera che circola sono ancora quasi 900 mila gli occupati in meno e la disoccupazione al 10,4%.
I recenti dati ISTAT sul primo trimestre relativi a occupati, disoccupati e inattivi confermano tendenze già note ma offrono anche spunti, basati su dati reali, per avanzare alcune ipotesi sull’andamento dell’occupazione nel 2021.
Il secondo numero del 2021 della Collana Working Paper della Fondazione Di Vittorio, scritto da Nicolò Giangrande, tratta la questione occupazionale e salariale in Italia dal 2008 al 2021 tramite l’elaborazione dei dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (Inps), del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Mlps) e dell’Ufficio Statistico dell'Unione Europea (Eurostat). Lo studio analizza le dinamiche dell’occupazione precaria e del disagio salariale con l’obiettivo di approfondire anche l’impatto della pandemia di Covid-19.
Articolo di Edmondo Montali su Collettiva.it
Articolo di Fulvio Fammoni pubblicato su "il Manifesto" il 25.05.2021.
Anche l’attuale governo ha deciso di non riformare la governance della RAI?
Nominare il nuovo CdA non significa di per sé non poter intervenire con una legge di riforma entro la fine della legislatura, ma rende al momento molto aleatoria questa prospettiva. In ogni caso avremo fino al 2024 un nuovo CdA RAI che opererà con le attuali regole.
L’occupazione in Italia rispetto allo stesso periodo di un anno fa è inferiore di -565mila unità. Contemporaneamente, i disoccupati aumentano di +652mila unità e gli inattivi calano di -306mila, restando però sopra la soglia dei 14 milioni. Dati in assoluto molto gravi, che vanno però commentati rispetto ai diversi fattori che li determinano.
Il 20 maggio 1970 il Parlamento italiano approvava lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori. Della necessità di uno Statuto che tutelasse i diritti del lavoro si era discusso lungamente nel corso del tempo. Era stato auspicato la prima volta da Filippo Turati, illustrato da Giuseppe Di Vittorio durante il congresso nazionale dei chimici e infine proposto ufficialmente dal segretario generale in occasione del congresso della Cgil tenutosi a Napoli nel 1952.
In un momento eccezionale bisogna riscrivere questa relazione in senso moderno. Serve un sistema che dia spazi a un privato in grado di partecipare e investire, non essere assistito.
Articolo di Fulvio Fammoni pubblicato su Collettiva.it