Hanno Scritto di Lui

L'ossessione dell'unità, di Iginio Ariemma e Carlo Ghezzi

Il seminario indetto a Parma il 14 febbraio 2008 era dedicato al pensiero di Trentin a proposito dei problemi dell'unità sindacale. Pubblichiamo qui il testo della relazione di Iginio Ariemma e delle conclusioni di Carlo Ghezzi.L’unità sindacale è sicuramente uno dei temi centrali della riflessione di Bruno Trentin, e della sua iniziativa e della sua azione.

Una bibliografia ragionata dalla Cgil di Bergamo

A cura di Eugenia Valtulina (Biblioteca “Di Vittorio)

I libri di Bruno Trentin

“Proprio dalla vivida descrizione della situazione sociale a Sarnico negli anni ’60 [...] è difficile sfuggire all’impressione, per dirla con Brecht, che “il ventre è ancora fecondo” e che può ancora provocare nuove fratture e nuovi lutti anche se magari si natura assai diversi da quelli che hanno portato alla morte di Mario Savoldi. “Il ventre è ancora fecondo” se di fronte ad una lunga fase di passaggio e di profonda trasformazione delle strutture economiche, degli assetti societari, dei sistemi di relazione, contrattuali e civili, come quella che attraversiamo in questi anni di tramonto del fordismo, la società civile e le pubbliche istituzioni non si dimostreranno capaci di governare il cambiamento con nuove regole, con la sanzione di nuovi diritti e di nuove responsabilità. Il rischio che si ripetano situazioni di capitalismo selvaggio, di sottosalario, di sfruttamento della manodopera giovanile, di occupazioni precarie sottoposte al volere dispotico dell’imprenditore e che, in questo clima di ‘legge della giungla’, anche gli animi, le culture della vita quotidiana si imbarbariscano ed esprimano, innanzitutto, una sete di potere e di guadagno o, all’opposto, di sopravvivenza ad oagni costo è un rischio tutt’altro che ipotetico”
Bruno Trentin, dalla Prefazione a Cronaca di una serrata. I fatti di Sarnico (maggio 1961), di Carlo Simoncini, Quaderni della Biblioteca “Di Vittorio”, 1997

Bruno che sapeva parlare agli operai, Intervista a Cesare Damiano

Nel suo ufficio, ministro Damiano, ha portato solo due foto, una la ritrae con Bruno Trentin.
«Si, sono foto che mi seguono nei vari traslochi. Un’immagine di un corteo di Mirafiori, del 1975; l’altra mi ritrae con Bruno Trentin. Era il 1991, Bruno era venuto per la celebrazione del centenario della Camera del lavoro di Torino. Sono immagini che mi riportano a una situazione che vivo sempre con commozione, e mi riportano a Bruno Trentin, come persona, come dirigente sindacale di altissimo profilo, un maestro per tutti noi».


Qual è stata la sua lezione?

Maestro (incompreso) di concretezza, Andrea Ranieri

Bruno Trentin è stato, negli ultimi anni della sua vita, un uomo solo. Mi perdoneranno i suo amici, quelli che con lui hanno condiviso in questi anni idee e battaglie politiche, la brutalità di questa affermazione. Ma sono certo che la capiranno più di tutti gli altri.

E’ stato solo rispetto alle modalità più correnti della politica, solo rispetto al dibattito mediatico, solo rispetto ai luoghi dove si decideva.

Il paradosso che continua, Renato D'Agostini

Se una fattucchiera gli avesse detto: morirai per una caduta dalla bicicletta lui avrebbe riso, a modo suo, guardandola con ironia. Come di fronte a un qualsiasi paradosso. Pensieri che si agitano confusi davanti al feretro di Bruno Trentin in quel palazzo di Corso Italia, a Roma, dove ha passato buona parte della sua vita. E viene da sorridere perché Trentin amava i paradossi. Un dono di famiglia.

Eguaglianza, Riccardo Terzi

Sono stato recentemente, meno di due anni fa, con Bruno Trentin a Barcellona, per la presentazione di un libro in lingua catalana a lui dedicato, con una sua raccolta di scritti e con un saggio lucido e appassionato di un dirigente delle Comisiones Obreras, Josè Luis Lopez Bulla.

Un punto di riferimento, Sergio Cofferati

Per i sindacalisti della mia generazione Bruno Trentin è stato un costante punto di riferimento, da quando era segretario generale della Fiom nella stagione dei consigli, da lui fortemente voluta, fino a quando accettò di di dirigere la Cgil in un momento di grande difficoltà per l’organizzazione. Fu un punto di riferimento anche per chi veniva da esperienze e da categorie diverse dalla sua.

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