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“ISTAT: prospettive per l’economia italiana nel 2022-2023”

Le prospettive Istat dell’economia italiana per gli anni 2022/2023 sono condizionate dalle molte criticità possibili del prossimo futuro che Istat stesso indica tra cui, inflazione, andamento commercio internazionale, aumento dei tassi di interesse, fiducia dei consumatori e imprese. Tutto questo nell’incertezza della durata della drammatica guerra in corso in Ucraina.

“3 milioni 166 mila precari, il nuovo record negativo dal 1977”, commento ai dati Istat Occupati e Disoccupati Aprile 2022

Le statistiche Istat sull’andamento di occupati e disoccupati nel mese di aprile hanno scostamenti lievi rispetto al mese precedente. Il dato più importante è che si conferma la continua crescita dell’occupazione precaria che raggiunge il nuovo record di 3 milioni 166 mila dipendenti a termine. Tutto questo in un anno di forte crescita economica, come confermano i dati di ieri sul Pil.

 

I lavoratori vogliono cantare nel coro

L'andamento dell'economia non è totalmente positivo, anzi. Le scelte dei prossimi mesi segneranno il futuro dell'Italia: il sindacato vuole avere voce in capitolo. Non coinvolgerlo sarebbe una scelta sbagliata, con la mobilitazione inevitabile.

Commento dati ISTAT su occupati e disoccupati marzo 2021

L’occupazione in Italia rispetto allo stesso periodo di un anno fa è inferiore di -565mila unità. Contemporaneamente, i disoccupati aumentano di +652mila unità e gli inattivi calano di -306mila, restando però sopra la soglia dei 14 milioni. Dati in assoluto molto gravi, che vanno però commentati rispetto ai diversi fattori che li determinano.

Stima preliminare Istat PIL 2020

Il dato finale del calo del Pil 2020 è, anche con eventuali revisioni che potrebbero essere apportate, sostanzialmente quello preventivato, leggermente inferiore al 9%.

Un risultato difficile da prevedere dopo il tracollo dei primi sei mesi, frutto della consistente ripresa nel III° trimestre e di un calo nel IV° leggermente inferiore alle attese. Il dato 2020 testimonia gli effetti devastanti che la pandemia e le conseguenti misure di contenimento hanno prodotto su lavoro, economia, fiducia di cittadini e imprese.

Prima della seconda ondata il Pil cresceva, il lavoro meno

Articolo di Fulvio Fammoni, presidente della Fondazione Di Vittorio, pubblicato sul quotidiano "Domani" sabato 31 ottobre 2020.

Stima PIL dati Istat III° Trim. 2020

La stima preliminare del Pil del III° trimestre 2020 conferma i dati di crescita che precedenti indicatori Istat come export, produzione industriale e fiducia avevano preannunciato.

Commento nota mensile ISTAT su andamento economia italiana (Settembre 2020)

Dopo il pesante calo del Pil nel 2° trimestre 2020, con la ripresa delle attività in molti settori era atteso un rimbalzo dell’economia che dovrebbe portare ad un 3° trimestre in crescita.

I dati di luglio ed agosto relativi a produzione, ore lavorate, consumi energetici e andamento della fatturazione elettronica, vanno in questa direzione.

"Commento dati ISTAT Conti economici II trimestre 2020” - Agosto 2020

Il dato del definitivo calo del Pil nel secondo trimestre 2020 è peggiore della stima preliminare che pure era stata da tutti giudicata di portata straordinaria.
L’andamento è nella media dei principali paesi europei con noi comparabili (12,1% in termini congiunturali la media eurozona), migliore è il dato della Germania, peggiori i dati di Francia e Spagna.

Non è più il tempo dello “zero virgola”: le statistiche impazzite e l’inizio di una nuova stagione

Tra il 2015 e il 2019, anni che avrebbero dovuto segnare la ripresa dalla grande recessione iniziata nella seconda metà del 2008, abbiamo dovuto accontentarci di incrementi del prodotto molto modesti, che collocavano il nostro Paese agli ultimi posti in Europa: il tasso di variazione del Pil è prima salito fino a +1,5% nel 2017 e poi sceso fino al misero +0,3% dell’anno scorso, con i primi, tangibili segnali di una nuova recessione: eravamo condannati alla “dittatura dello zero virgola”.

“Commento dati ISTAT - PIL III trimestre 2019”

Il Pil del III trimestre (+0,1% rispetto al II T 2019 e del +0,3% rispetto al III T.2018) porta ad una variazione acquisita per il 2019 pari a +0,2%.

Si conferma dunque, anche con il III T., un andamento piatto dei conti economici trimestrali, più basso della dinamica europea.

Sono sette trimestri che il Pil non cresce più dello 0,2% e anzi, in due di questi sette la variazione è stata negativa.

Rispetto al trimestre precedente, gli investimenti fissi lordi calano dello 0,2%, le esportazioni sono diminuite dello 0,1% e le importazioni aumentate (+1,3%).

Da notare, rispetto al trimestre precedente, che la crescita rimane molto bassa, nonostante un contributo positivo (+0,3%) delle scorte.

Commento dati Istat sul Pil (secondo trimestre 2019)

Si conferma nel secondo trimestre del 2019 il negativo andamento del Pil, così come la variazione per ora acquisita per l’intero 2019 è pari a zero.

Sono cinque trimestri consecutivi (praticamente la durata del precedente governo) che assistiamo a recessione tecnica o stagnazione dello sviluppo e dell’attività economica nel nostro paese.

Investimenti bassi non sono in grado di compensare le altre variabili tutte contemporaneamente in difficoltà, sia per quanto riguarda i consumi, che le scorte, che la dinamica fra esportazioni e importazioni e i negativi dati di agosto sulla fiducia dei consumatori e delle imprese potrebbero aggravare ancor più questa tendenza.

Commento dati ISTAT PIL 2018

La crescita del PIL nel 2018 si conferma inferiore a quanto previsto, fermandosi ad un +0,9%.

Questo rallentamento dell’economia è particolarmente preoccupante per un Paese che già cresceva meno della media europea e per le specifiche dinamiche che portano a questo calo.

La bassa domanda interna e il rallentamento delle esportazioni sono due dei principali problemi che l’ISTAT evidenzia. Quest’ultimo fattore è molto significativo per un paese manifatturiero come l’Italia che, sulle esportazioni, ha basato buona parte della crescita negli ultimi anni.

In questo ambito, la decrescita negli ultimi due trimestri del 2018 è particolarmente preoccupante anche per l’anno in corso, che parte già con un handicap acquisito, dal difficile recupero.

Rassegna stampa del 10 e 11 ottobre 2017

Rassegna stampa del 10 e 11 ottobre 2017 relativa alla pubblicazione del II° rapporto di ricerca-Ottobre 2017 "Lavoro e capitale negli anni della crisi:
l’Italia nel contesto europeo", a cura di Giuliano Ferrucci - Fondazione Di Vittorio - CGIL.

Lavoro e capitale negli anni della crisi: l’Italia nel contesto europeo

Crisi: FDV Cgil, In Italia il calo del Pil (-7% rispetto al 2007) è stato più forte della media europea e la ripresa più lenta

"Servono una politica economica espansiva e, in particolare, investimenti su ricerca e innovazione, come dimostrano i 17,6 punti percentuali di ritardo registrati nel 2016 (in termini di variazione del capitale fisso dal 2007) nei confronti della zona Euro”.

Rassegna stampa del 09 ottobre 2016

Rassegna online del 08 ottobre 2016
“Lavoro e capitale negli anni della crisi: l’Italia nel contesto europeo”
Indagine FDV - G. Ferrucci (a cura di)

“Lavoro e capitale negli anni della crisi: l’Italia nel contesto europeo”

Lavoro: FDV Cgil, declino produttività in Italia da attribuire a riduzione investimenti e no a dinamiche retributive

Pil italiano quello che ha subito di più effetto crisi rispetto a paesi area euro comparabili

Roma, 8 ottobre – Il PIL italiano è quello che ha maggiormente subito gli effetti della crisi e il nostro Paese è quello che ha registrato il calo maggiore della produttività. E’ quanto emerge dallo studio “Lavoro e capitale negli anni della crisi: l’Italia nel contesto europeo”, realizzato dalla Fondazione Di Vittorio Cgil.  Un declino da attribuire, secondo lo studio, non alle dinamiche retributive, ma alla riduzione di investimenti, ricerca e innovazione.

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