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Dalla crisi del 2008 al Coronavirus

Nei primi anni della crisi iniziata nel 2008, si sentiva spesso ripetere “La crisi può diventare anche un’opportunità” per ripartire diversi e migliori quando si sarà conclusa.

Non è andata così: i fatti testimoniano che in Italia non sono migliorate le condizioni del lavoro, lo sviluppo è rimasto piatto, la finanza ha continuato a svolgere un ruolo eccessivo e improprio, sono stati ridotti sanità e welfare. Anche in Europa, non sono certo migliorate le condizioni di coesione, le regole non sono state riformate, siamo attualmente alla chiusura di alcune frontiere e addirittura a problemi per il transito del materiale sanitario tra i diversi stati.

Occupati per professione

I dati sulle professioni aggiornati al primo semestre 2019 rilevano, nel lavoro dipendente, 2 milioni 139 mila operai specializzati ed agricoltori e 1 milione 722 mila fra conduttori di impianti, operari di macchinari fissi e mobili e conducenti di veicoli. A queste cifre si aggiungono 2 milioni 293 mila dipendenti nelle professioni non qualificate.

Se si osservano in dettaglio le singole professioni, si può verificare che si tratta per le prime due fattispecie di attività manuali nella quasi totalità; nella terza fattispecie, si possono sottrarre alcune professioni come il personale non qualificato di ufficio e poco altro, ma la netta prevalenza è di attività manuali.

“Commento dati ISTAT Mercato del lavoro IV° trim. 2019”


Di Fulvio Fammoni

Premessa

I dati sul mercato del lavoro relativi al IV° trim. 2019 indicano tendenze che già inglobavano la stagnazione in atto nel II° semestre e che avremmo commentato, sulla base delle negative rilevazioni di Dicembre 2019 e Gennaio 2020, in modo preoccupato.

Ora naturalmente, pur trattandosi di dati reali per quell’epoca, sono indicazioni del tutto irrealistiche rispetto al futuro per gli effetti della pandemia in atto e delle sue ripercussioni, anzitutto sulla salute, ma anche sull’economia e sull’occupazione.

Il commento dei dati del IV° trim. deve tener conto di queste considerazioni.

Commento

Il 2019 si chiude con un aumento di posti di lavoro (+207 mila nell’anno) ma già diviso in due fasi.

“Commento dati Produzione Industriale ISTAT - Gennaio 2020”

Un dato reale fuori dalla realtà.

Si potrebbe commentare così il dato sulla produzione industriale che oggi propone l’Istituto di statistica. Quanto sembrano lontani, e invece è passato poco più di unmese, i ragionamenti su un possibile rimbalzo tecnico della produzione industriale e quindi del Pil nel I° trimestre 2020 rispetto al -0,3% di fine 2019.

In effetti, a gennaio, un rimbalzino c’era stato, ma non tale da portare in positivo la media della produzione novembre-gennaio, che resta negativa dello 0,9%.

In termini tendenziali prosegue la contrazione, seppur lieve (-0,1%) dell’indice corretto per gli effetti di calendario.

E’ evidente che si tratta di dati, nell’attuale fase di epidemia e quindi anche di progressivo blocco delle attività produttive in atto, reali ma del tutto irrealistici.

Gli effetti anche economici dell’epidemia coronavirus

La crisi sanitaria resta alta, ma a preoccupare adesso è l'effetto contagio sulla nostra crescita. Se questa è la situazione, sono necessari tutti gli strumenti legati all’emergenza, a partire da ammortizzatori sociali che non facciano perdere lavoro

Di Fulvio Fammoni

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