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Maestro (incompreso) di concretezza, Andrea Ranieri

Bruno Trentin è stato, negli ultimi anni della sua vita, un uomo solo. Mi perdoneranno i suo amici, quelli che con lui hanno condiviso in questi anni idee e battaglie politiche, la brutalità di questa affermazione. Ma sono certo che la capiranno più di tutti gli altri.

E’ stato solo rispetto alle modalità più correnti della politica, solo rispetto al dibattito mediatico, solo rispetto ai luoghi dove si decideva.

Il paradosso che continua, Renato D'Agostini

Se una fattucchiera gli avesse detto: morirai per una caduta dalla bicicletta lui avrebbe riso, a modo suo, guardandola con ironia. Come di fronte a un qualsiasi paradosso. Pensieri che si agitano confusi davanti al feretro di Bruno Trentin in quel palazzo di Corso Italia, a Roma, dove ha passato buona parte della sua vita. E viene da sorridere perché Trentin amava i paradossi. Un dono di famiglia.

Eguaglianza, Riccardo Terzi

Sono stato recentemente, meno di due anni fa, con Bruno Trentin a Barcellona, per la presentazione di un libro in lingua catalana a lui dedicato, con una sua raccolta di scritti e con un saggio lucido e appassionato di un dirigente delle Comisiones Obreras, Josè Luis Lopez Bulla.

Un punto di riferimento, Sergio Cofferati

Per i sindacalisti della mia generazione Bruno Trentin è stato un costante punto di riferimento, da quando era segretario generale della Fiom nella stagione dei consigli, da lui fortemente voluta, fino a quando accettò di di dirigere la Cgil in un momento di grande difficoltà per l’organizzazione. Fu un punto di riferimento anche per chi veniva da esperienze e da categorie diverse dalla sua.

Nel flusso del cambiamento, Bruno Roscani

No, non voglio con questo mio scritto ripercorrere la storia politico-sindacale di Bruno Trentin nei suoi rapporti tra sapere e lavoro, tra scuola, università e ricerca e i processi di emancipazione del lavoro e nel lavoro.

Di lui avremmo oggi gran bisogno, Alfredo Reichlin

Ascoltando in questi giorni tante voci e partecipando al travaglio di una sinistra che vuole uscire dai vecchi confini per costruire una forza nuova capace di ridare al paese un futuro ho molto pensato a Bruno Trentin. Bruno protagonista della storia profonda dell’Italia repubblicana.

I nostri anni alla Fiom, Pio Galli

Il cuore di un generoso e determinato combattente per i diritti dei lavoratori e per le libertà si è spento per sempre. Bruno Trentin è morto dopo tante sofferenze e la ferale notizia mi ha colpito profondamente. A Trentin ero legato da una fraterna amicizia, oltre che da una militanza politica comune.

Grazie da tutto il sindacato, Pierre Carniti

Per la Cgil e per l’intero sindacato italiano con la sua scomparsa viene meno un essenziale riferimento culturale e politico. In effetti per il ruolo e l’azione svolta in decenni di attività Bruno Trentin ha lasciato una traccia profonda nella vicenda sindacale italiana. Mi riferisco non tanto al contributo concreto fornito alla realizzazione di questo o quell’accordo, in funzione di questa o quella politica. Ovviamente la definizione delle politiche da perseguire costituisce sempre un passaggio impegnativo. In alcuni casi addirittura tribolato.

Il lavoro e la cultura, Luigi Berlinguer

Bruno Trentin non si fermava mai alla superficie delle cose né si accontentava di uno slogan. Frugava sempre curioso nel profondo per trovare spiegazioni di cui era avidissimo. E privilegiava i processi reali, non le facciate ideologiche. Inflessibile sui valori, rifiutava le formule: era questa la sua forza intellettuale, e forse era qui la chiave di quello che oggi Alfredo Reichlin chiama il suo riformismo.

L'amarezza per l'involuzione della sinistra, Giorgio Ruffolo

Ogni grande storia ha il suo mito. Quella del sindacato si riconosce nel mito del movimento operaio. La vita di Bruno Trentin si è svolta in un tempo nel quale quel mito era ancora storia viva di un conflitto che coinvolgeva l’intera società, costituendone il tema dominante. A quel tempo e a quel mito appartiene la figura di Bruno Trentin. Ed è naturale che si pensi a lui come a un grande capo del movimento operaio.

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