Commento su dati ISTAT Occupati e Disoccupati (di Fulvio Fammoni)

Come da nostra consuetudine, commentiamo non solo il dato mensile ISTAT su Occupati e Disoccupati, di per sé variabile per specifiche contingenze (ad esempio a fine ed inizio anno la variabilità fra chiusure ed aperture dei tempi determinati) ma, dati più assestati come quello annuale.

A gennaio - infatti- aumentano gli occupati su base mensile (+21 mila) ma calano su base trimestrale (-19 mila) e tornano ad aumentare su base annuale (+160 mila).

Il dato annuale, sul quale probabilmente si concentreranno molti commenti positivi, è però, ad esempio, sensibilmente più basso di quello del mese di dicembre 2018 (-42 mila) a conferma della necessità di una lettura di almeno medio periodo e in divenire e che, per adesso, a mio giudizio, conferma difficoltà nelle dinamiche occupazionali.

Sempre a gennaio, la disoccupazione ha un leggero aumento e il tasso di disoccupazione resta ancorato al 10,5% (ancora 4 punti circa più del 2008), una barriera da cui da troppi anni non riusciamo a scendere. La disoccupazione è infatti calata solo dello 0,6% da gennaio 2018 a gennaio 2019.

Infine, si conferma anche visivamente il principio di vaso comunicante fra inattività e disoccupazione. Al calo degli inattivi, nel breve periodo, corrisponde un aumento molto simile della disoccupazione e viceversa. A gennaio +15 mila disoccupati e -22 mila inattivi, su base trimestrale +35 mila disoccupati e -53 mila inattivi.

Leggermente migliore il dato annuale in cui tutti e due i fabbisogni sono in calo, ma il tasso totale di inattività italiano resta al 34,3%, fra i più alti in Europa.

Un quadro - dunque- non particolarmente brillante al quale corrisponde una concreta preoccupazione per le prospettive future di rallentamento dell’economia, con le probabili conseguenze sull’occupazione.

Fulvio Fammoni

Presidente FDV

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