Il Lavoro salverà l’Italia

Il 3 novembre del 1957 moriva a Lecco Giuseppe Di Vittorio, Segretario generale della CGIL, una delle personalità più importanti dell’Italia del dopoguerra di cui questa Fondazione si onora di portare il nome. Sempre vivo e attuale il suo pensiero nella Cgil e per l’Italia di oggi:

 

[…] Le classi ricche possono attendere. Ma i lavoratori non possono attendere. E non può attendere l’Italia per rinascere. La Cgil, pertanto, contrapponendosi alla angusta concezione delle classi abbienti e propugnando il suo programma di azione tendente ad utilizzare subito tutte le possibilità produttive e a dar lavoro a tutti i disoccupati, si rende interprete dei più urgenti bisogni delle masse lavoratrici e delle esigenze più imperiose di rinascita della Nazione. Contro la concezione conservatrice, che subordina la produzione al profitto la Cgil domanda una nuova politica economica da parte del Governo; politica che mobiliti tutti i capitali esistenti nel Paese e che riesca a dotare lo Stato di somme ingenti- prelevate dalle grandi fortune e sui profitti di regime e di speculazione- che renda possibile uno sforzo collettivo di tutta la Nazione nello stimolo e nel sostegno di tutte le possibilità produttive. […] Si, il lavoro salverà l’Italia salvando il nostro popolo dalla fame.

Giuseppe Di Vittorio, Il Lavoro salverà l’Italia, «l’unità», 31 luglio 1946

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