Questo articolo si propone di analizzare i processi di flessibilizzazione e digitalizzazione che definiscono le molteplici forme contemporanee di organizzazione del lavoro, considerando i rapporti tra gli attori (imprese, lavoratori e territori) e gli impatti sulle condizioni di lavoro, al fine di descrivere le sfide per l’affermazione soggettiva. L’intensificazione dei carichi, i meccanismi capillari di sorveglianza e controllo, l’atomizzazione, la precarietà e la frammentazione si contrappongono alle opportunità di realizzazione personale, valorizzazione delle conoscenze, partecipazione, cooperazione, tracciando dei percorsi di soggettivazione e de-soggettivazione non univoci.
Le tecnologie informatiche sono alla base delle forme contemporanee di organizzazione del lavoro e definiscono la logica della produzione su scala globale. I lavoratori dell’IT intervengono ad ogni livello dei cicli produttivi e vivono esperienze molto differenziate, con una grande varietà di profili in continuo mutamento, svolgendo mestieri estremamente qualificati e creativi o compiti strettamente esecutivi. L’analisi delle professioni informatiche è dunque particolarmente significativa per comprendere le grandi trasformazioni in atto e le tensioni proprie della nostra epoca in cui la valorizzazione delle conoscenze e le possibilità di collaborazione si confrontano con nuove forme di controllo e assoggettamento.
I processi di flessibilizzazione e quelli di digitalizzazione sono indissolubilmente legati e nella loro articolazione definiscono le forme contemporanee di organizzazione del lavoro. La digitalizzazione - che ha avuto una accelerazione nella sua pervasività nella vita economica e sociale a partire dagli anni Novanta del secolo scorso - ha favorito un aumento della flessibilità ad ogni livello organizzativo, sia nelle le relazioni interne e esterne all’impresa sia nelle condizioni di lavoro e di retribuzione con degli impatti paradigmatici per l’azione sindacale, considerando le modalità organizzative e i contenuti della contrattazione.
Secondo le stime di uno studio presentato all'ultimo Forum economico modiale, nel 2020 il 50% dei lavoratori opererà da "remoto". C'è chi parla di una rivoluzione in grado di disegnare nuovi modelli sociali. Ma con quali rischi? Ne parla il Presidente della Fondazione Di Vittorio in un'intervista pubblicata su Il Venerdì di Repubblica del 2 settembre 2016.
Working Conditions Surveys (WCS): Convergences and Divergences
Seminar organisedby the European Trade Union Institute (ETUI)
26-27 March 2012
International Trade Union House Auditorium, Brussels
Questo libro è maturato nell'ambito dell'attività svolta dai gruppi di lavoro “Innovazione, ricerca e sviluppo, formazione” e “Sviluppo locale, lavoro e qualità sociale” della Fondazione Di Vittorio. La crescita e l'innovazione, che ne è il principale motore, sono processi complessi che richiedono il coordinamento di una pluralità di agenti complessi che richiedono il coordinamento di una pluralità di agenti e di istituzioni: partendo da tale assunto gli autori rileggono alcuni luoghi comuni relativi alla tecnologia, alla flessibilità, al ruolo del mercato e delineano conseguenti interventi di policy tesi a collegare i processi innovativi a modelli di ricerca e sviluppo e di formazione adeguati ai problemi italiani.