Il testo che abbiamo scelto di proporre in un 25 aprile che il governo vorrebbe imporre di celebrare “sobriamente” ha per la storia della Cgil e del sindacalismo italiano un valore particolare. Rappresenta infatti l’articolo con cui Giuseppe Di Vittorio, nel primo anniversario della Liberazione dal nazifascismo, celebra la più importante tra le nostre feste nazionali. E lo fa, come avrete modo di leggere, non contrapponendo in maniera astratta dittatura e democrazia, ma ricongiungendo entrambe queste categorie alla materialità delle loro radici sociali e storicizzando la stessa idea di democrazia...
L'articolo è di Edmondo Montali - responsabile Sez. Storia - Fondazione Giuseppe Di Vittorio
Mai come oggi dal dopoguerra si presenta in Europa un così agguerrito e composito fronte di forze politiche e sociali che, pur essendo spesso diverse fra di loro, in particolare in ragione di ciascuna specifica storia nazionale, operano con obiettivi, ideali, linguaggi, proposte e pratiche politiche non accettabili. Davanti all’insorgere di intolleranze e totalitarismi, comunque camuffati, alle rievocazioni di un tragico passato, davanti ai nuovi razzismi e a fenomeni di compressione delle libertà democratiche, è fondamentale riannodare la trama della memoria e della storia, costruendo un filo ideale fra l’attualità dell’antifascismo e delle libertà democratiche, con al centro la stella polare della Costituzione nata dalla Resistenza.