25 Aprile: Di Vittorio, "i lavoratori italiani fattore determinante della liberazione"
Mai come oggi dal dopoguerra si presenta in Europa un così agguerrito e composito fronte di forze politiche e sociali che, pur essendo spesso diverse fra di loro, in particolare in ragione di ciascuna specifica storia nazionale, operano con obiettivi, ideali, linguaggi, proposte e pratiche politiche non accettabili. Davanti all’insorgere di intolleranze e totalitarismi, comunque camuffati, alle rievocazioni di un tragico passato, davanti ai nuovi razzismi e a fenomeni di compressione delle libertà democratiche, è fondamentale riannodare la trama della memoria e della storia, costruendo un filo ideale fra l’attualità dell’antifascismo e delle libertà democratiche, con al centro la stella polare della Costituzione nata dalla Resistenza.
Per questo, in occasione del 25 Aprile, pubblichiamo un breve estratto di un articolo di straordinaria attualità sul ruolo del lavoro, scritto da Giuseppe Di Vittorio e apparso il 27 aprile 1946 sul quotidiano della Cgil unitaria “Il Lavoro”.
“(…) L’insurrezione vittoriosa di tutto il popolo dell’Italia del Nord, il 25 aprile 1945 realizzò la premessa essenziale della rinascita e del rinnovamento democratico e progressivo dell’Italia, come della sua piena indipendenza nazionale. E’ per noi motivo di grande soddisfazione ricordare che a questo movimento di riscossa nazionale, il contributo più forte e decisivo fu portato dai lavoratori italiani. Furono gli operai, i contadini, gli impiegati ed i tecnici che costituirono la massa ed il cervello delle gloriose formazioni partigiane e di tutti i focolai di resistenza attiva all’invasore tedesco. Chi può dire se la clamorosa vittoria del 25 aprile sarebbe stata possibile, senza gli scioperi generali grandiosi che, dal marzo 1943, si susseguirono, a breve distanza, sino al 1945? Quegli scioperi, che contribuirono fortemente a paralizzare l’efficienza bellica del nemico ed a sviluppare la resistenza armata, costituiscono un esempio unico e glorioso di lotta decisa dalla classe operaia sotto il terrore fascista, sotto l’occupazione nazista ed in piena guerra. E’ un esempio che additava il proletariato italiano all’ammirazione del mondo civile! I lavoratori italiani, manuali ed intellettuali, non dimenticano. Essi hanno piena coscienza di essere stati il fattore determinante della liberazione dell’Italia, per opera degli italiani; della salvezza. Dell’onore dell’Italia e dell’attrezzatura industriale del Nord. Essi sono consapevoli dell’obbligo che si sono assunti di essere un pilastro basilare della nuova Italia democratica. Solidamente uniti nella grande Confederazione generale italiana del lavoro, i lavoratori italiani saranno all’altezza della loro funzione di forza coesiva dell’Italia rinnovata; della forza che assicurerà stabilità e ordinato progresso al nuovo regime democratico e che assicurerà al popolo italiano la libertà, il benessere e una più alta dignità civile ed umana (…)".
Giuseppe Di Vittorio, 1° anniversario del 25 Aprile. Da “Il Lavoro”, 27 Aprile 1946.