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La bici nella Resistenza, di Franco Giannantoni e Ibio Paolucci
Pubblichiamo qui dal volume 'La bicicletta nella Resistenza, Storie partigiane' di Franco Giannantoni e
Ibio Paolucci  un'intervista a Bruno Trentin. Notizie sul volume (edizioni arterigere - collana la memoria) sono reperibili all'indirizzo:

 

 

 

La scelta di un giovane, di Marco Galeazzi

E' stato presentato lo scorso 9 ottobre del 2008, al Liceo Morgagni di Roma il “Diario di guerra” di Bruno Trentin.  Ora pubblichiamo qui l'intervento di Marco Galeazzi.

Ora tutto più difficile, di Aly Baba Faye

Quando Bruno è morto l’anno scorso mi trovavo in Senegal. Mi chiamò mia moglie per darmi la notizia. Ero sconvolto. Quel giorno avrei dovuto festeggiare il mio compleanno. Ma la notizia cambierà per sempre la ricorenza. Non potrò più festeggiare gli anni come ero abituato a fare. Quando Bruno è morto l’anno scorso mi trovavo in Senegal. Mi chiamò mia moglie per darmi la notizia. Ero sconvolto. Quel giorno avrei dovuto festeggiare il mio compleanno. Ma la notizia cambierà per sempre la ricorenza. Non potrò più festeggiare gli anni come ero abituato a fare.

La guerra di Trentin, di Carlo Verri

Bruno Trentin si è spento il 23 agosto 2007; da quella data si è andato manifestando, nel dibattito pubblico e nei luoghi della produzione culturale del Paese, un certo interesse per la figura dell’ex leader della Cgil. Per esempio, la Fondazione Di Vittorio ha dato vita ad un “gruppo di lavoro Bruno Trentin” con il compito di studiare il personaggio e la sua opera, oltre che di predisporre gli strumenti atti a consentire la ricerca altrui. Sono già usciti  presso Ediesse nel 2008  due volumi frutto di tale operazione: Bruno Trentin. Dalla guerra partigiana alla Cgil (atti di un convegno) e Lavoro e libertà, dello stesso Bruno Trentin.

Quei giorni alla Fiat con Bruno Fernex, di Giovanni Destefanis

Pubblichiamo qui l'intervento di Giovanni Destefanis   al convegno svoltosi a Torino il 19 dicembre con interventi di  Renato Lattes, Giancarlo Quagliotti, Tom Dealessandri, Paolo Franco, Renzo Gianotti, Rocco Larizza, Saul Meghnagi, Stefano Musso, Iginio Ariemma, Carlo Callieri, Gianprimo Cella, Nino De Amicis, Fabrizio Loreto), Pietro Marcenaro, Riccardo Terzi.

Negli anni di Torino, di Iginio Ariemma

L'intervento di Iginio Ariemma al convegno svoltosi a  Torino il 19 dicembre.

Un puntiglioso giornale di guerra, di Mario Aniasi

Dopo un anno passato in città in mezzo ai rumori della vita frenetica e allo smog più o meno intenso, ad una certa età il nostro corpo necessita di un periodo per disintossi­carsi nella quiete e nell'aria pura della campagna. Per riempire gli spazi forza­tamente vuoti di questo periodo e per godermi appieno il meritato riposo, ho portato con me alcune letture. Fra que­ste sono rimasto colpito da un piccolo libricino di cui avevo letto una elogiati­va recensione su alcuni quotidiani.

Il libricino in questione mi ha fatto piacevol­mente rivivere un tormentato periodo della mia giovinezza. Non si tratta, come si potreb­be immaginare, di una storia di amori giova­nili ma di un diario autobiografico di una grande figura dell'antifascismo: Bruno Trentin.

'Tu sei un maestro' di Dario Missaglia

Questa è la sintesi dell’intervento di Dario Missaglia, responsabile Education della FDV, alla presentazione del “Diario di guerra”, Roma 9 ottobre 2008 (alla presenza di Pietro Ingrao)
L’idea di presentare il “diario di guerra” in una scuola, tra tanti giovani, sarebbe piaciuta molto a Bruno Trentin. I giovani, la scuola, il sapere, la conoscenza, sono stati infatti pilastri fondamentali dei pensieri e della elaborazione di Bruno Trentin.
Questa è la sintesi dell’intervento di Dario Missaglia, responsabile Education della FDV, alla presentazione del “Diario di guerra”, Roma 9 ottobre 2008 (alla presenza di Pietro Ingrao)


In ricordo di Foa (con Trentin), di Andrea Ranieri

C'è stata, il 24 ottobre 2008, prima dell'inizio dei lavori del convegno a Roma dedicato a Bruno Trentin, un omaggio a Vittorio Foa, appena scomparso. Ecco il testo dell'intervemto di Andrea Ranieri:

La cosa più straordinaria dei giorni passati è stato cogliere, in quasi tutti quelli a cui veniva annunciata la morte di Vittorio Foa, un senso di sorpresa, quasi di incredulità. Eppure era morto un uomo che aveva alla sue spalle quasi un secolo di vita, di cui tutti conoscevano le sempre più precarie condizioni di salute. Il fatto è che quell’uomo era stato per molti di noi un punto di riferimento fondamentale per pensare e immaginare il futuro, l’uomo che ti apriva prospettive nuove, anche quando tutte le strade sembravano bloccate, che produceva speranza quando il continuare a sperare sembrava una follia.

Agosti e il senso della lotta, di Bruno Ugolini

E’ Bruno Trentin che guarda se stesso sullo schermo. Come in uno specchio. E’ un Trentin che si emoziona, sorride, commenta. Siamo nel 1999. Ha i capelli bianchi, la barba, gli occhi raddolciti. Quello che appare sullo schermo contrapposto, è il Trentin degli anni Sessanta-Settanta, giovane, impetuoso. Il regista lo ha chiamato a rivedersi, a giudicarsi. Sono trascorsi cinquant’anni, ma non è cambiata la sua passione, la sua voglia di ragionare e convincere gli altri, la sua ricerca di un’utopia possibile. Per il mondo del lavoro innanzitutto. E’ Bruno Trentin che guarda se stesso sullo schermo. Come in uno specchio. E’ un Trentin che si emoziona, sorride, commenta. Siamo nel 1999. Ha i capelli bianchi, la barba, gli occhi raddolciti.

Una modernità da riscoprire, di Goffredo Bettini

Trentin fa parte di quella leva di giovanissimi, che fu chiamata all’impegno, come ricorda spesso Ingrao, spinti quasi a calci dalla storia. La guerra di Spagna vista con gli occhi di un bambino precoce; e poi l’invasione tedesca di tutta l’Europa, la codardia della monarchia italiana e il tallone di Hitler sulla patria; l’impegno del padre per la libertà ed i primi incontri con i grandi personaggi dell’antifascismo internazionale nei fugaci approcci che permetteva la clandestinità. Questo turbinio di emozioni portò Trentin a 17 anni, a scegliere la strada di combattente partigiano. Audace ed esperto.

Trentin fa parte di quella leva di giovanissimi, che fu chiamata all’impegno, come ricorda spesso Ingrao, spinti quasi a calci dalla storia.

Brani scelti di una vita

Ecco i brani tratti da scritti di Bruno Trentin  letti da Massimo Wertmuller durante la conferenza di organizzazione della Cgil.

DA “IL DIARIO DI GUERRA”, SETTEMBRE 1943
22 Settembre 1943

Un altro riformismo, di Michele Magno

Pubblichiamo qui la prefazione al libro 'La libertà e il lavoro', curato da Michele Magno.


Quelli scontri con Amendola e altri, di Vittorio Foa e Andrea Ranieri

Un altro estratto dal volume curato da Michele Magno 'La libertà e il lavoro', antologia di scritti di Bruno Trentin. Comprende una conversazione con Vittorio Foa. Scrive nella premessa Andrea Ranieri:
 

Uomo del movimento e del rinnovamento, di Christina Ujma

 

Questo articolo, in lingua tedesca,  è apparso nell'edizione di novembre 2007 di 'Sozialismus'. L'autrice è Christina Ujma, dal 1994 docente universitaria al Department di European of di International Studies and al Loughborough University, Inghilterra. E' rintracciabile in Internet qui:
http://www.linksnet.de/artikel.php?id=3461

 

Erneuerung und Arbeiterbewegung

Nell'80 parlava della frammentazione, di Sandro Schmid

E’ come se Bruno Trentin fosse presente in mezzo a noi. Come nei suoi interventi più importanti, quando arriva sul palco davanti alla sede della CGIL lo accoglie un applauso interminabile di migliaia di persone vecchie e giovani. Poi, ascoltando le parole degli oratori, mi lascio andare. Seguo la voce dei ricordi, rivedo spezzoni di un film ricco di passioni ideali, di discussioni, di lotte, di entusiasmi alternati da delusioni. Con un’intera generazione di operai e una nuova leva di sindacalisti ho avuto il privilegio di vivere intensamente quel movimento a cavallo degli anni ’60 e ’70 che ha scosso il mondo. L’ultima grande utopia del ‘900 per cambiare la società e Bruno Trentin è stato un protagonista centrale di queste lotte.

L'innovatore permanente, Guglielmo Epifani

Bruno Trentin è stato un innovatore permanente, è stato un uomo che ha segnato molto anche la storia recente del sindacato. La Cgil di oggi affonda una parte delle sue radici nei cambiamenti dei primi anni Novanta, un periodo che segna la sua identità moderna, e Bruno Trentin è stato in questo un protagonista.

Ho avuto con lui i contatti più stretti quando divenne segretario generale ed io, con Sergio Cofferati e Alfiero Grandi, entrai in segreteria. Trentin non avrebbe voluto quell’incarico, il periodo era difficile, ma dopo Pizzinato era lui il sindacalista di maggior prestigio. Accettò per senso di responsabilità.

UN OMAGGIO A BRUNO TRENTIN: INTELLETTUALE, MILITANTE, SINDACALISTA

Il 22 agosto del 2007 si è spento a Roma Bruno Trentin, storico dirigente del movimento sindacale italiano e internazionale, nelle cui fila aveva cominciato a militare sin da giovanissimo, durante gli anni dell’apprendistato anti-fascista, trascorsi nell’esilio francese, in cui si era rifugiata la sua famiglia, e dove era nato – a Pavie – nel 1926. Da un anno ormai viveva in condizioni estremamente critiche, da quando l’estate prima – sui sentieri delle sua amatissime Dolomiti – era incorso in un brutto incidente con la bicicletta e dal quale non si era più del tutto ripreso. Con lui se ne va una delle figure più autorevoli e affascinanti del sindacalismo europeo; un protagonista assoluto del suo tempo e leader di tante battaglie del movimento operaio, non soltanto italiano.

La liberta' di Trentin, Mario Dellacqua


(Pubblicato nel 2005 su 'Eguaglianza e libertà'). Che strano, a volte. Ti giri da una parte e vedi un'Italia che tira il fiato per lo scampato pericolo. 'Il rischio della democrazia italiana, privata di televisioni e intimidita gravemente nei giornali, era rappresentato da una persona sola', dal 'potere troppo grande, troppo arbitrario, troppo circondato di silenzio, di Silvio Berlusconi'. Ora, per fortuna, 'il predominio e la prepotenza di un uomo solo' senza del quale 'a destra non c'è niente di cui vale la pena occuparsi' sta per finire e 'la missione è compiuta'.C'è da augurarsi che l'ottimismo di Furio Colombo, straripante dalle colonne de L'Unità del 17 aprile 2005, sia fondato. Ma se ti giri dall'altra parte, non sei più così sicuro che esista 'un solo grande problema'.

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