Dopo un anno passato in città in mezzo ai rumori della vita frenetica e allo smog più o meno intenso, ad una certa età il nostro corpo necessita di un periodo per disintossicarsi nella quiete e nell'aria pura della campagna. Per riempire gli spazi forzatamente vuoti di questo periodo e per godermi appieno il meritato riposo, ho portato con me alcune letture.
Bruno Trentin - Gli Scritti
Questa è la sintesi dell’intervento di Dario Missaglia, responsabile Education della FDV, alla presentazione del “Diario di guerra”, Roma 9 ottobre 2008 (alla presenza di Pietro Ingrao)
C'è stata, il 24 ottobre 2008, prima dell'inizio dei lavori del convegno a Roma dedicato a Bruno Trentin, un omaggio a Vittorio Foa, appena scomparso. Ecco il testo dell'intervemto di Andrea Ranieri:
E’ Bruno Trentin che guarda se stesso sullo schermo. Come in uno specchio. E’ un Trentin che si emoziona, sorride, commenta. Siamo nel 1999. Ha i capelli bianchi, la barba, gli occhi raddolciti. Quello che appare sullo schermo contrapposto, è il Trentin degli anni Sessanta-Settanta, giovane, impetuoso. Il regista lo ha chiamato a rivedersi, a giudicarsi.
Trentin fa parte di quella leva di giovanissimi, che fu chiamata all’impegno, come ricorda spesso Ingrao, spinti quasi a calci dalla storia.
Ecco i brani tratti da scritti di Bruno Trentin letti da Massimo Wertmuller durante la conferenza di organizzazione della Cgil.
DA “IL DIARIO DI GUERRA”, SETTEMBRE 1943
22 Settembre 1943
Pubblichiamo qui la prefazione al libro 'La libertà e il lavoro', curato da Michele Magno.
Un altro estratto dal volume curato da Michele Magno 'La libertà e il lavoro', antologia di scritti di Bruno Trentin. Comprende una conversazione con Vittorio Foa. Scrive nella premessa Andrea Ranieri:
E’ come se Bruno Trentin fosse presente in mezzo a noi. Come nei suoi interventi più importanti, quando arriva sul palco davanti alla sede della CGIL lo accoglie un applauso interminabile di migliaia di persone vecchie e giovani. Poi, ascoltando le parole degli oratori, mi lascio andare.
Antonio Lettieri è entrato a far parte dell'ufficio studi della Cgil quando Bruno Trentin era ormai passato alla Fiom. Lo ha poi raggiunto e negli «anni di Trentin» è stato nella segreteria di Fiom, di Flm e infine di Cgil. Nell'onorare Trentin, si è trascurato paradossalmente il sindacalista. Che sindacalista era?
Il seminario indetto a Parma il 14 febbraio 2008 era dedicato al pensiero di Trentin a proposito dei problemi dell'unità sindacale. Pubblichiamo qui il testo della relazione di Iginio Ariemma e delle conclusioni di Carlo Ghezzi.L’unità sindacale è sicuramente uno dei temi centrali della riflessione di Bruno Trentin, e della sua iniziativa e della sua azione.
A cura di Eugenia Valtulina (Biblioteca “Di Vittorio)
I libri di Bruno Trentin
“Proprio dalla vivida descrizione della situazione sociale a Sarnico negli anni ’60 [...] è difficile sfuggire all’impressione, per dirla con Brecht, che “il ventre è ancora fecondo” e che può ancora provocare nuove fratture e nuovi lutti anche se magari si natura assai diversi da quelli che hanno portato alla morte di Mario Savoldi. “Il ventre è ancora fecondo” se di fronte ad una lunga fase di passaggio e di profonda trasformazione delle strutture economiche, degli assetti societari, dei sistemi di relazione, contrattuali e civili, come quella che attraversiamo in questi anni di tramonto del fordismo, la società civile e le pubbliche istituzioni non si dimostreranno capaci di governare il cambiamento con nuove regole, con la sanzione di nuovi diritti e di nuove responsabilità. Il rischio che si ripetano situazioni di capitalismo selvaggio, di sottosalario, di sfruttamento della manodopera giovanile, di occupazioni precarie sottoposte al volere dispotico dell’imprenditore e che, in questo clima di ‘legge della giungla’, anche gli animi, le culture della vita quotidiana si imbarbariscano ed esprimano, innanzitutto, una sete di potere e di guadagno o, all’opposto, di sopravvivenza ad oagni costo è un rischio tutt’altro che ipotetico”
Bruno Trentin, dalla Prefazione a Cronaca di una serrata. I fatti di Sarnico (maggio 1961), di Carlo Simoncini, Quaderni della Biblioteca “Di Vittorio”, 1997
Nel suo ufficio, ministro Damiano, ha portato solo due foto, una la ritrae con Bruno Trentin.
Bruno Trentin è stato, negli ultimi anni della sua vita, un uomo solo. Mi perdoneranno i suo amici, quelli che con lui hanno condiviso in questi anni idee e battaglie politiche, la brutalità di questa affermazione. Ma sono certo che la capiranno più di tutti gli altri.
Se una fattucchiera gli avesse detto: morirai per una caduta dalla bicicletta lui avrebbe riso, a modo suo, guardandola con ironia. Come di fronte a un qualsiasi paradosso. Pensieri che si agitano confusi davanti al feretro di Bruno Trentin in quel palazzo di Corso Italia, a Roma, dove ha passato buona parte della sua vita.
Sono stato recentemente, meno di due anni fa, con Bruno Trentin a Barcellona, per la presentazione di un libro in lingua catalana a lui dedicato, con una sua raccolta di scritti e con un saggio lucido e appassionato di un dirigente delle Comisiones Obreras, Josè Luis Lopez Bulla.
Per i sindacalisti della mia generazione Bruno Trentin è stato un costante punto di riferimento, da quando era segretario generale della Fiom nella stagione dei consigli, da lui fortemente voluta, fino a quando accettò di di dirigere la Cgil in un momento di grande difficoltà per l’organizzazione.