Strengthening the workers rights and the role of trade unions in Vietnam (SWORR)
Lo scorso 20 aprile, ad Hanoi, si è tenuta la conferenza finale del progetto internazionale Strengthening the workers' rights and the role of trade unions in Vietnam (SWORR). Erano presenti, fra gli altri, il rappresentante dell'ILO per il Vietnam (Philippe Hazelton), quello della Fondazione F. Ebert (Erwin Schweissheim), l'ambasciatrice italiana in Vietnam (Cecilia Piccioni), oltre ai dirigenti del sindacato vietnamita e il vice-ministro del lavoro.
Sostenuto dalla Commissione Europea e coordinato dall'Università L'Orientale di Napoli (Pietro Masina e Michela Cerimele), col partenariato dell'Associazione Bruno Trentin - oltre che della Fundacion 1° de Mayo (Fernando Rocha), della Confederazione Generale del Lavoro del Vietnam (VGCL) e di altri istituti di ricerca sociale di quel paese (VASS) - il progetto ha avuto una durata di 30 mesi e si è sviluppato fra ricerca sul campo e formazione sindacale. I suoi risultati, quantitativi e qualitativi, sono stati ulteriormente presentati, il 22 aprile, alla presenza di numerose rappresentanze diplomatiche occidentali presenti in Vietnam.
L'obiettivo della ricerca-azione era quello di coniugare una maggiore e più approfondita analisi delle condizioni di vita e lavoro degli operai di alcuni grossi parchi industriali del nord, con una migliore impostazione dell'offerta di rappresentanza collettiva e servizi individuali ad opera del sindacato locale. Nel primo caso, con l'indispensabile concorso dei ricercatori locali e l'indirizzo metodologico dei partner europei, una approfondita ricerca - con decine di interviste e focus groups - ha riguardato la condizione operaia, dentro e fuori le fabbriche, specie delle lavoratrici che giungono dalle zone rurali del paese. Ne è emerso un quadro di gravi criticità sull'intero spettro della sfera della produzione e della riproduzione sociale. Orari gravosi, retribuzioni molto modeste e in larga misura legate alla discrezionalità datoriale, instabilità dell'impiego, sistemazioni precarie e coatte in dormitori che precludono una vita familiare, un logoramento complessivo che induce molte operaie a tornarsene in campagna, già intorno ai 30-35 anni. La contrattazione collettiva, quasi esclusivamente aziendale, tende a ricopiare quanto già contenuto della normativa di legge, senza alcun vero condizionamento sulle dinamiche salariali e dell'organizzazione del lavoro. Gli uffici sindacali territoriali raccolgono un numero di richieste e vertenze sproporzionatamente basso rispetto alla vastità del disagio operaio e degli abusi datoriali compiuti nei luoghi di lavoro.
Sul versante formativo, si è cercato - con l'ausilio dell'ABT (Salvo Leonardi) e dell'ufficio vertenze della CGIL (Ivano Corraini) e dei corrispettivi spagnoli delle CC.OO (Jesus Cruces Aguilera) - di trasferire approcci e competenze per un sostanziale potenziamento dei servizi legali. Nel 2014, in particolare, alcuni workshop formativi sono stati organizzati in tre province industriali del nord Vietnam.
Nel complesso il sindacato vietnamita appare seriamente intenzionato a migliorare la propria capacità organizzativa, riconoscendo maggiormente la funzione dialettica che naturalmente gli spetta e compete nell'esercizio della rappresentanza degli interessi e nelle relazioni industriali nei luoghi di lavoro. Da ripensare anche alcune scelte relative alle politiche industriali in rapporto al ruolo e al protagonismo degli investitori internazionali. Si tratta però di scegliere, una volta per tutte, fra il continuare a interpretare un ruolo burocratico di mera cinghia di trasmissione del potere statuale e datoriale in seno alla classe operaia, col rischio di condannarsi all'irrilevanza e all'indifferenza da parte dei lavoratori, sempre più intenzionati a mobilitarsi comunque, o piuttosto riscoprire la propria funzione sociale, intercettando e declinando operativamente l'enorme fabbisogno di una rappresentanza sindacale autonoma e genuina che, nelle fabbriche come nei dormitori industriali, monta fra le lavoratrici e i lavoratori di un paese stressato da uno sviluppo capitalistico estremamente accelerato e intensivo.