Giuseppe Garibaldi. Il radicalismo democratico e il mondo del lavoro
La figura di Giuseppe Garibaldi riveste un ruolo particolare nella storia d’Italia. Nel libro si sottolienea la correlazione tra il mito dell’Eroe dei due Mondi e le forme di impegno sociale e politico da esso scaturite, nell’utilizzo che ne fecero i protagonisti del mondo del lavoro, nel campo associativo e rivendicativo così come sul terreno più direttamente politico e partitico.
Si risale alle origini del mito popolare di Garibaldi, quando esso alimentò i caratteri del primo radicalismo italiano sul piano sociale e politico, nel paese e nell’emigrazione. Fu all’indomani dell’unificazione nazionale che le eredità di Garibaldi e le memorie dei suoi volontari influenzarono la contaminazione delle culture politiche laiche e democratiche (repubblicana in primo luogo, ma anche federalistica, massonica, socialista). Furono diverse le generazioni di volontari e quindi di «militanti» garibaldini, dal Risorgimento alla Resistenza e fino alle lotte elettorali dei primi anni della Repubblica. Volontariato e identità generazionale (tanti giovani nel nome del mito di Garibaldi) connotarono sempre le diverse ondate di garibaldini che animarono la storia italiana, facendone comunità ben riconoscibili, dotate di memorie e simboli identitari. Garibaldi non appariva solo il condottiero del Risorgimento ma il possibile simbolo di una sinistra plurale (di volta in volta democratico-repubblicana e libertaria, socialista e comunista) che intendeva accomunare la saldezza dei principi morali e umanitari alla concretezza dell’azione sociale e politica.
Saggi di: Eva Cecchinato, Fulvio Conti, Marco Fincardi, Emilio Franzina, Annita Garibaldi Jallet, Mario Isnenghi, Lucy Riall, Maurizio Ridolfi, Luigi Tomassini.
Ediesse