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“No data, no problem, no action”. Se la ricerca stimola la politica

“No data, no problem, no action”. Se la ricerca stimola la politica

Il progetto Adaptheat, che ha coinvolto istituti di ricerca legati al sindacato di 5 paesi europei (Italia, Spagna, Grecia, Olanda e Ungheria), ha condotto una revisione completa della situazione analizzando l’incidenza e la recente evoluzione del problema delle ondate di calore, il quadro politico ed istituzionale di ciascun paese in relazione alla Salute e Sicurezza sul lavoro (contrattazione collettiva e relativa al calore), i sistemi di allerta nonché 11 casi di studio entro i quali osservare come la contrattazione collettiva sul tema del calore si è tradotta in misure di protezione. L’analisi comparativa delle informazioni raccolte sui 5 paesi inclusi nel progetto ha portato alla elaborazione di conclusioni e raccomandazioni sul tema, pubblicate in allegato.

In Italia, i casi di studio hanno riguardato il settore dell’agricoltura e quello della logistica.

Il 12 giugno si è svolta la presentazione italiana del progetto, seguita a quella europea di Bruxelles.

La giornata è stata aperta dal saluto del Presidente del CIV Inail, Dott. Gugliemo Loy, per proseguire poi col Presidente FDV Francesco Sinopoli, il quale, nella sua relazione introduttiva, parte dall’assunto che il caldo rappresenta un “killer silenzioso fino a quando non cominciamo a parlarne”, sottolineando la necessità di progetti come questi per “svelare” nuovi problemi sul mondo del lavoro a cui cercare insieme soluzioni. È intervenuto poi Sergio Salas, ricercatore della ISTAS -  Fundacion 1 De Mayo, che ha illustrato brevemente i risultati del progetto nella sua interezza, per tutti e cinque i paesi coinvolti quindi, mentre in seguito Daniele Di Nunzio, Responsabile dell’area ricerca FDV, ha illustrato il metodo e i risultati dello studio per il contesto italiano, condotto con Elisa Errico.

È stato poi il momento degli interventi delle Istituzioni, moderati da Sebastiano Calleri della CGIL Nazionale: ha aperto Aniello Pisanti, Direttore della Direzione Centrale Vigilanza e Sicurezza sul lavoro dell’Ispettorato Nazionale del lavoro che ha dato una panoramica su obblighi e sanzioni sia per i datori che per i preposti sul tema del calore, mentre Paola Michelozzi, Direttore UOC ambientale, occupazionale e Registro tumori del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, ha esplorato il rapporto tra caldo e mortalità, riportando una serie di dati in una relazione dal titolo “Esposizione al caldo e salute dei lavoratori: chi è a rischio?”. Alessandro Marinaccio, della Direzione Laboratorio Epiedemiologia occupazionale ed ambientale dell’Inail ha sottolineato come l’esposizione a temperature estreme aumenti il rischio d’infortuni, L’esempio: persona che lavora sotto il sole su un ponteggio sotto temperature torride ha un giramento di testa causato da un colpo di calore, cade e muore. Come sarà classificata questa morte sul lavoro? Come una caduta dall’alto. Il Dott. Marinaccio ha poi accennato al progetto Worklimate, svolto in partnership con CNR e alcune realtà Accademiche e Istituzionali, che è stato ben illustrato durante il successivo intervento, di Marco Morabito del CNR: on line una piattaforma sul tema “Clima, lavoro e prevenzione”, prototipo di piattaforma previsionale di allerta per la prevenzione dei rischi legati allo stress da caldo per i lavoratori (https://www.worklimate.it/). A chiudere gli interventi istituzionali Mauro Nori, Capo di Gabinetto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il quale ha auspicato che l’approccio normativo alla salute e sicurezza sul lavoro non sia solo formalistico. Come non condividere l’auspicio?

La giornata è poi proseguita con gli interventi di alcune categorie e territori della CGIL: Funzione Pubblica, CGIL Emilia Romagna, Fillea, CGIL Toscana, la Filcams, CGIL Roma e Lazio, Flai, Filt  e INCA, i quali hanno sottolineato che le problematiche legate al caldo intenso e al climate change in ambito lavorativo sono  varie e variegate, vanno riconosciute e studiate, e soprattutto, che, al netto della contrattazione, lavorare in sicurezza dal caldo deve essere un diritto di tutti e tutte, al di là del settore di appartenenza, una questione di dignità insomma.

Ha chiuso la giornata l’intervento politico di Francesca Re David, Segretaria Confederale della CGIL, la quale ha rimarcato la necessità di riconoscere il problema e agire, mettendo al centro la salute e le persone.