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Le bandiere della pace dimenticate. La FVL alla 54a Conferenza internazionale dell’IALHI, Université Paris-Nanterre, 11-14 settembre

La FVL alla 54a Conferenza internazionale dell’IALHI, Université Paris-Nanterre, 11-14 settembre

Dall’11 al 14 settembre presso Le Contemporaine all’Université Paris-Nanterre si terrà la 54° Conferenza dell’International Association of Labour History Institutions (IALHI) dal titolo Dealing with “activist artefacts” (products of the workers' movement and social movements): Conservation, Valorisation, History (Gestire gli “artefatti attivisti” (prodotti del movimento operaio e dei movimenti sociali): Conservazione, Valorizzazione, Storia)

La FVL è felice di poter portare il proprio contributo con una relazione a cura del suo Direttore Stefano Bartolini sulle “Bandiere della pace dimenticate” il 12 settembre.

Le bandiere sono indiscutibilmente uno degli artefatti dell’attivismo più noti, fin da epoche remote. Per il movimento dei lavoratori – prima dell’avvento delle bandiere stampate e prodotte in serie negli anni Settanta del Novecento – si trattava spesso di un oggetto singolo, “La bandiera”, creato appositamente, simbolo identitario di quella specifica organizzazione locale, di mestiere, di fabbrica ecc… e strumento comunicativo.

In Italia la realizzazione delle bandiere era una delle peculiari forme dell’attivismo femminile. L’arte del ricamo era una specializzazione delle donne, le cui sapienti mani intessevano sulle bandiere simboli, scritte, frange. Tra gli anni Quaranta e Cinquanta del XX secolo, sull’ondea del movimento dei Partigiani della pace, nel sindacato e nelle organizzazioni come l’Unione donne italiane (UDI), iniziarono a diffondersi le “bandiere della pace”.

Si trattava di bandiere diverse da quelle oggi comunemente conosciute: si componevano di scampoli, spesso quadrati o rettangolari, di diversi colori (multicolori), arricchite con scritte, firme delle donne, toponimi, nomi di organizzazioni sindacali, simboli del lavoro, slogan, colombe della pace, ecc... In almeno un caso è arrivato fino a noi anche uno striscione.

Oltre ad essere un simbolo dell’organizzazione che le aveva prodotte, venivano utilizzate durante scioperi e manifestazioni. Erano molto diffuse nel sindacato dei mezzadri (Federmezzadri) e issate sui pagliai durante la trebbiatura del grano. Essendo anche un simbolo di opposizione alla politica estera italiana atlantista costituivano un elemento di conflittualità e di antagonismo, la cui esibizione veniva repressa dalle autorità.

Oggi queste bandiere sono in gran parte dimenticate. Il pubblico, e gli stessi attivisti, non le conoscono, e credono che le uniche bandiere della pace esistite siano quelle arcobaleno. La ricerca storica non si è soffermata sul tema, se non sporadicamente. Non è dunque chiaro da dove nascessero, che eredità hanno lasciato, che rapporto c’è con quelle attuali. Una delle ipotesi è che i tanti colori rappresentassero lo spirito internazionalista. Numerose testimonianze orali, fonti fotografiche e a stampa, ne attestano tuttavia la grande diffusione all’epoca.

Molte sono sopravvissute, in un’emersione continua da cassetti, sgabuzzini, case. Alcune sono conservate all’Archivio nazionale della CGIL a Roma, altre nell’archivio della CGIL Toscana. Un censimento nella regione Toscana del 2007 ne enumera 11, a cui di recente se ne è aggiunta una nuova. Nella sola provincia di Siena se ne trovano a decine, di cui una esposta al pubblico nel museo “Stanze della memoria”.

È in corso un piccolo movimento di riscoperta di queste bandiere e delle loro storie (il plurale è obbligatorio), anche come conseguenza dei nuovi movimenti delle donne e dello scenario internazionale di nuovo dominato dalle guerre. A Siena l’Archivio dell’UDI nel 2024 ha realizzato un pregevole film documentario, Bandiere della pace (di Silvia Folchi e Antonio Bartoli) ricco di testimonianze orali (alcune anche di archivio), di immagini di repertorio e di bandiere, con la consulenza di storici locali ed in grado di restituire il senso e la complessità della loro storia.

La FVL e il Centro di documentazione archivio storico CGIL Toscana stanno lavorando alla progettazione di ricerche e iniziative su queste bandiere della pace “dimenticate” da svolgersi tra il 2024 e il 2025.

In allegato il programma completo della Conferenza.