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Luciano Romagnoli. Impegno e passione nella vita breve di un protagonista

Luciano Romagnoli, nato nel 1924 ad Argenta, in provincia di Ferrara, appartiene a quella generazione di giovani che iniziò la militanza politica negli anni della seconda guerra mondiale, prima della caduta del fascismo. Aderisce al Partito comunista nel 1942, svolge attività antifascista fra gli studenti universitari e liceali di Bologna. Capo partigiano dopo l’8 settembre del 1943, tra i principali organizzatori della lotta armata e delle lotte sociali nelle campagne del triangolo Bologna-Ferrara-Ravenna, è artefice del grande sciopero generale delle mondine del giugno 1944, che ebbe un peso decisivo per il rafforzamento e l’estensione della Resistenza. Il 26 gennaio 1948, al primo Congresso della Federbraccianti, svoltosi a Ferrara, fu eletto segretario generale del più grande sindacato italiano. Segretario confederale della Cgil nel 1957, deputato del Pci nel 1958 e nel 1963, muore a Roma la mattina del 19 febbraio 1966, a soli 42 anni, vittima di un male incurabile.
«... un forte e generoso figlio della vostra terra, un eminente dirigente del movimento operaio e contadino dell’Emilia rossa, dell’Emilia democratica e civile, che è stato una delle figure centrali del movimento operaio e contadino italiano, un costruttore del sindacato unitario e della democrazia italiana... protagonista, con le masse, nella lotta per la costruzione di un nuovo Stato... dirigente comunista e uomo della nuova Italia sorta dalla Resistenza...».

(Dalla commemorazione di Emanuele Macaluso ad Argenta, nel decennale della scomparsa di Luciano Romagnoli)

Ediesse

2007
88-230-1206-6