La contrattazione delle piattaforme digitali nelle città metropolitane
La rivoluzione digitale sta trasformando il modo di produrre - e di usare - le conoscenze, mettendo in gioco le idee che individui o organizzazioni hanno della mutualità, dello scambio collaborativo win-win e del futuro.
In questa transizione coesistono, da una parte, le innovazioni disruptive, con il segno loro impresso dell’energia individualistica degli esploratori che in pochi anni, dai loro garage, sono diventati grandi capitalisti e padroni della rete e, dall’altra, pratiche ed esperienze generative di nuovi valori e produzioni sociali di senso.
Specie nelle città, si stanno configurando, infatti, esperienze di open innovation che stanno sperimentando nuove forme di cooperazione, socialità e di solidarietà economica, in totale discontinuità rispetto al modello di sviluppo neoliberista.
Promosse da organizzazioni sociali, da gruppi informali di cittadini, da nuove modalità di fare impresa nonché da fondazioni private e da corpi intermedi quali le organizzazioni sindacali, queste esperienze stanno costruendo degli ecosistemi capacitanti e partecipativi in cui stanno prendendo forma strumenti e comunità di pratiche volte alla salvaguardia di istanze e diritti sociali come la sostenibilità, l’equità, l’assistenza, la previdenza, il welfare e la formazione che l’arretramento della sfera pubblica lascia inevase.
Con Elena Battaglini, Responsabile della nostra area di ricerca “Economia Territoriale”, la Fondazione Di Vittorio sta partecipando ai lavori per la contrattazione delle piattaforme digitali nelle città metropolitane, di cui la CGIL nazionale discuterà il 13 Marzo 2020 a Milano, nell’ambito della Digital Week.