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La confezione di un sogno

Le donne della Lebole avevano un sogno. Alla fine degli anni cinquanta erano giovanissime: tra i 14 e i 20 anni. Volevano un lavoro, uno stipendio, una vita autonoma, possibilmente diversa da quella che aveva visto i loro genitori spezzarsi la schiena nei campi. L’opportunità venne offerta dai fratelli Mario e Giannetto Lebole, che puntarono sulla produzione delle confezioni in serie. I sogni di tutti non durarono molto. Le operaie furono costrette a fare i conti con ritmi esasperati e con un’organizzazione del lavoro assolutamente nuova per loro: «ci chiedevano di non pensare e di muovere, sempre più velocemente, le mani». Nel 1972 i Lebole dovettero comprendere che una fase storica dell’industria dell’abbigliamento si era chiusa e passarono la mano all’Eni. Idrocarburi e tessile insieme?

La confezione di un sogno

Le donne della Lebole avevano un sogno. Alla fine degli anni cinquanta erano giovanissime: tra i 14 e i 20 anni. Volevano un lavoro, uno stipendio, una vita autonoma, possibilmente diversa da quella che aveva visto i loro genitori spezzarsi la schiena nei campi. L’opportunità venne offerta dai fratelli Mario e Giannetto Lebole, che puntarono sulla produzione delle confezioni in serie. I sogni di tutti non durarono molto. Le operaie furono costrette a fare i conti con ritmi esasperati e con un’organizzazione del lavoro assolutamente nuova per loro: «ci chiedevano di non pensare e di muovere, sempre più velocemente, le mani». Nel 1972 i Lebole dovettero comprendere che una fase storica dell’industria dell’abbigliamento si era chiusa e passarono la mano all’Eni. Idrocarburi e tessile insieme?

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