Salta al contenuto principale
Una Vita per la dignità del lavoro

La Puglia ricorda Giuseppe Di Vittorio nel 67° della sua scomparsa

Nel 67° anniversario della sua scomparsa, la Puglia ricorda Giuseppe Di Vittorio con una giornata di commemorazioni che si svolgerà su tre luoghi cari alla memoria del Nostro: Foggia, Orta Nova e Cerignola.

L’evento, dal titolo “Giuseppe Di Vittorio: una vita per la dignità del lavoro”, è stato organizzato da Cgil Puglia, Cgil Veneto, Cgil Foggia, Fondazione Di Vittorio, Fondazione Rita Maierotti e Progetto Exploit.

Durante la mattinata la prima tappa è stata l’Università di Foggia, dove si è svolto un incontro sul tema al quale sono intervenuti, oltre a studenti e studentesse, la Prof.ssa Madia D’Onghia, Docente di diritto del lavoro e coordinatrice del progetto interuniversitario “Exploit”, Mons. Giorgio Ferretti Arcivescovo della Diocesi Foggia Bovino, Fracesco Sinopoli Presidente della FDV e e Gigia Bucci, Segretaria generale Cgil Puglia.

Dalle ore 13.30 le celebrazioni hanno raggiunto Orta Nova, dove si trova il primo luogo di lavoro di Giuseppe Di Vittorio bambino lavoratore costretto a lasciare la scuola per sostenere la famiglia dopo la prematura morte del padre, ossia Masseria Cirillo, ai tempi di Di Vittorio nota come masseria “Durante”, un insediamento agricolo. Proprio lì è stata inaugurata una installazione artistica in suo ricordo. A questo evento hanno partecipato Antonio Di Franco, Segretario generale Fillea Cgil, Michele Tassiello Segretario generale Spi Cgil Puglia e Gianni Palma, Segretario generale della Cgil Foggia.

Alle ore 15 invece, a Cerignola, presso la Camera del Lavoro – Casa del Popolo intitolata a Di Vittorio, un incontro tra le delegazioni di lavoratori e lavoratrici del Veneto e della Puglia, al quale hanno partecipato anche Gianni Marinaro (Coordinatore della Camera del Lavoro di Cerignola), Jacopo Lo Russo dell’Unione degli Studenti, Antonio Di Franco, Segretario generale Fillea Cgil Nazionale, Tiziana Basso, Segretaria generale Cgil Veneto e Gigia Bucci, Segretaria generale Cgil Puglia.

A proposito dell'installazione artistica inaugurata:

Una base di muretto a secco, caratteristica del paesaggio rurale pugliese, dal 2018 riconosciuti come patrimonio Unesco. Sormontato da tre sagome ricavate dai contorni di storiche immagini che lo ritraggono in alcuni. È l’installazione artistica dedicata a Giuseppe Di Vittorio e inaugurata oggi in località Masseria Cirillo, in agro di Orta Nova, che fu il primo luogo di lavoro del giovanissimo Peppino. 

L’idea progetto si deve a tre militanti della Cgil: Nicola Affatato, Matteo Carella e l’architetto Gianfranco Piemontese, che hanno seguito anche i lavori di esecuzioni affidati ad artigiani del luogo. L’opera è stata realizzata con il contributo della Cgil Puglia, delle categorie regionali Spi e Fillea e della Camera del Lavoro di Foggia. 

E immaginando un omaggio a Di Vittorio, oltre a quel simbolo del lavoro della civiltà contadina fatto di pietre comporto da file parallele di grosse pietre, il suo straordinario rapporto con le masse, simbolicamente rappresentato da quei comizi svolti sempre alla presenza di grandi folle. E a ispirare le sagome una foto scattata durante l’intervento sul palco nella sua Cerignola nel 1952, in piazza Castello. Dove a margine fu festeggiato dall’intera città per il suo 60° compleanno, con tanto di piccola cerimonia tenuta nell’aula del Consiglio comunale. Quindi una foto che lo ritrae a a Bergamo, nel 1955, in Piazza Vittorio Veneto. Infine il comizio, sempre del 1955, a Roma in Piazza del Popolo.

“Grazie alla disponibilità dei proprietari del fondo – spiega Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil pugliese – vogliamo che quella masseria diventi sempre più un luogo della memoria, perché possiamo dire che lì tutto è cominciato. Lì Di Vittorio conobbe il duro lavoro dei campi, il rozzo padronato terriero che trattava i sottoposti come proprietà e ne disponeva a piacimento, che lo spinsero a partecipare alle prime proteste e scioperi, maturando quella sensibilità e attenzione verso la dignità del lavoro che doveva diventare strumento di emancipazione sociale”.

Allegati