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La difficile utopia del possibile. La Federazione lavoratori metalmeccanici nel decennio operaio 1972 -1984

Insieme al ’69 operaio la storia della Federazione lavoratori metalmeccanici è spesso stata vittima di una ostinata quanto ingiustificata forma di oblio. Eppure l’esperienza dei metalmeccanici negli anni Settanta rappresenta il massimo traguardo di unità nel movimento sindacale italiano. Quale fu il livello reale d’unità praticata, ad ogni livello, dal nuovo sindacato? Su questi nodi indaga il libro, frutto di una lunga ricerca archivistica, che mette in luce gli aspetti originali della vicenda della FLM, collocandola sullo sfondo dei grandi movimenti sociali che hanno attraversato gli anni Settanta.

La storia del processo dell’unità sindacale, conclusasi ufficialmente nel 1984, ma già in crisi con la svolta dell’Eur del 1978 e in dirittura d’arrivo dopo la sconfitta dei 35 giorni alla Fiat nell’80, si sovrappone a quella delle culture sindacali che diedero vita all’organizzazione unitaria: la cultura del conflitto della tradizione CGIL e quella dell’autonomia sindacale e della partecipazione della CISL si fusero in quella stagione in un positivo incontro, formando un’intera generazione di nuovi quadri operai e sindacali.
Unica nel panorama sindacale è anche la vicenda, che si sviluppa nel suo seno,degli iscritti «unitari», cioè di quei lavoratori che aderivano alla FLM senza effettuare una scelta confederale. Si trattò di un fenomeno nazionale, ma di differente portata nelle diverse federazioni provinciali che componevano il mosaico della FLM.

Ediesse

2010
88-230-1505-0