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Agostino Novella il dirigente dei momenti difficili

Giunto dal Pci alla Cgil durante il Congresso del 1949 e subito posto alla guida dell’Ufficio organizzazione, Novella assunse il ruolo di «costruttore» della moderna confederazione grazie al suo impegno a favore del rafforzamento delle strutture organizzative e di un nuovo radicamento nei luoghi di lavoro realizzato con le sezioni sindacali aziendali. Divenuto segretario generale dopo la morte di Giuseppe Di Vittorio nel 1957, seppe proseguire l’opera del suo predecessore, soprattutto attraverso il rinnovamento delle politiche rivendicative e una instancabile azione per la difesa e lo sviluppo dei diritti sanciti dalla Costituzione del 1948. Sul finire della sua segreteria, egli reagì con qualche cautela di fronte alla forte spinta innovatrice delle politiche e delle strutture sindacali prodotta dai grandi movimenti del 1968-69. Per lungo tempo, in una fase cruciale per la modernizzazione economica, sociale e politica del paese, Novella impersonò potenzialità e limiti della cultura sindacale comunista, tradizionalmente maggioritaria nella Cgil. Potenzialità e limiti affrontati nel libro da studiosi, sindacalisti e politici e, nelle conclusioni, da Guglielmo Epifani. Chiudono il volume curato da Fabrizio Loreto (Università di Teramo, Fondazione Giuseppe Di Vittorio) una ricca bibliografia e un’appendice documentaria che raccoglie alcuni scritti, tra i quali il discorso ufficiale pronunciato da Novella nel 1966, in occasione delle celebrazioni per il 60° anniversario della Cgil.

 

Ediesse

2007
88-230-1153-3