Convegno "La nuova resistenza". L'Europa democratica ci pretende Partigiane. Oggi come ieri DEMOCRAZIA E’/E ANTIFASCISMO”
L’8 marzo, si tenuto presso la Camera del lavoro di Catania, un convegno dal titolo “LA NUOVA RESISTENZA, l’Europa democratica ci pretende Partigiane. Oggi come ieri DEMOCRAZIA E’/E ANTIFASCISMO”
Al convegno è intervenuta Daniela Decinti, formatrice della Fondazione Di Vittorio, esperta in politiche di genere, con una relazione dal titolo “Il danno sociale ed economico della disuguaglianza e la contrattazione di genere”.
L’Unione Europea si è dotata di uno strumento di misurazione dei progressi verso la parità di genere, sviluppato dall’EIGE - Istituto europeo per l’uguaglianza di genere.
L’indice si articola in 6 domini principali: lavoro, denaro, conoscenza, tempo, potere e salute, e 2 domini satellite: violenza contro le donne e disuguaglianze intersezionali. L’indice mette in risalto i campi in cui sono necessari miglioramenti e assiste i decisori politici nell’elaborare misure più efficaci per la parità di genere.
Fatto 100 la completa uguaglianza e 1 la completa disuguaglianza, nel 2017 l’indice di uguaglianza di genere si è attestato a 66.2, crescendo di soli 4 punti in 10 anni. Nella graduatoria dell’Unione Europea, l’Italia con un indice pari a 62,1 si colloca al 14° posto, ben al di sotto della media. Tra i domini presi in considerazione dall’EIGE, quello del “lavoro” vede l’Italia all’ultimo posto con un indice pari a 62.4 (media europea 71.5).
Il sindacato può contribuire a ridurre le disuguaglianze, attraverso la contrattazione di genere, la quale, per scardinare un modello culturale e una organizzazione sociale sessista, che costringe le donne ad assumersi tutto il peso delle responsabilità familiari, deve indirizzare l’attenzione sull’attivazione di misure, non rivolte in via esclusiva alla componente femminile, come è avvenuto finora, ma anche alla componente maschile, nell’ottica della condivisione delle responsabilità tra uomo e donna. Per ridurre le disuguaglianze sul lavoro, dobbiamo quindi cercare di distribuire il costo della conciliazione sia sugli uomini che sulle donne.