In ricordo di Carlo Smuraglia
Si è spento nel corso della notte Carlo Smuraglia: partigiano, giurista impegnato, presidente dell’Anpi e parlamentare della Repubblica. Smuraglia è stato un uomo di alto profilo etico, di grandi capacità professionali e di esemplare passione civile. Sin dalla sua giovinezza, quando da partigiano – nel quadro del Gruppo di Combattimento “Cremona” –, ha lottato per quei valori democratici che costituiscono il cuore della nostra convivenza civile. Esperienza che è rimasta la stella polare di tutta la sua vita. La sua esperienza ci parla della lotta per la libertà e per la democrazia, della conquista della Costituzione antifascista e della sua piena ed effettiva applicazione. Come professore universitario (a Milano e a Pavia) e nella sua attività forense ha messo al centro della sua attenzione la lotta per il lavoro, per il riconoscimento del suo valore sociale e per l’affermazione di quei diritti attraverso cui assicurare piena dignità e realizzazione alle persone.
Durante tutta la sua vita, l’impegno politico convive e si intreccia con la sua attività intellettuale. Fine giurista qual era, ha tentato da avvocato di dare attuazione pratica alle sue conoscenze, fornendo un personale contributo allo sviluppo di quello che è stato definito l’“uso alternativo del diritto” e impegnandosi in alcune vicende giudiziarie e cause dal grande significato politico e morale. La sua competenza in quest’ambito verrà riconosciuta nazionalmente: dal 1986 al 1990 sarà infatti membri del Consiglio superiore della magistratura.
Dopo la sua esperienza parlamentare, a coronamento di questo percorso, si colloca il ricongiungimento ideale con gli esordi della sua attività politica: dal 2011 fino al 2017, dirigerà in qualità di suo presidente l’Associazione nazionale partigiani d’Italia. Dentro questa dimensione dell’attività di Smuraglia, si svilupperanno diversi momenti di collaborazione con la Fondazione Di Vittorio: condividendo con quest’ultima la necessità di un rinnovamento della storiografia resistenziale, in occasione di diverse iniziative comuni Smuraglia ha voluto rimarcare il contributo dato dal mondo del lavoro alla Resistenza. Ad essere avvertita era infatti la necessità di ampliare e rendere più completa la memoria storica sviluppatasi intorno alla vicenda della lotta di Liberazione, mettendo in risalto, accanto agli aspetti più strettamente militari, il ruolo svolto al suo interno da quei gruppi sociali – come gli operai e i lavoratori salariati – che più avevano patito l’esperienza fascista. Una riflessione comune, questa, che nei tempi più recenti si è concretizzata nella prefazione di Smuraglia al libro di Edmondo Montali, “Il comandante Bulow. Arrigo Boldrini partigiano, politico, parlamentare” (Ediesse, 2015), patrocinato congiuntamente dall’Anpi e dalla Fondazione Di Vittorio. Ad ispirare quest’ultima fase dell’attività di Carlo Smuraglia è stata, al fondo, la convinzione che il fascismo non fosse soltanto una pagina di storia da ricordare per i suoi orrori, ma anche un pericolo attuale per un Paese troppo disposto a dimenticare e a lasciare spazio a nuove intolleranze, nuove discriminazioni.