"Quale futuro per l'Europa"
Ventotene, luogo simbolo della nascita del progetto europeo, ospiterà il 7 settembre 2024 l'iniziativa dal titolo "Quale futuro per l'Europa". L'evento, promosso dalla CGIL nazionale, si terrà dalle ore 10.30 alle 13.00 presso la sala consiliare del Comune di Ventotene. Il dibattito partirà dal celebre Manifesto di Ventotene per riflettere sull'eredità dei padri fondatori dell'Europa, su cosa rappresenta oggi l'Unione Europea, e su quali prospettive si auspicano per il futuro, con particolare attenzione alle nuove generazioni e alle realtà territoriali.
Dopo una breve introduzione da parte della CGIL nazionale, seguiranno i saluti istituzionali e gli interventi dei rappresentanti di diverse organizzazioni locali e nazionali, tra cui la Camera del Lavoro di Perugia e Latina, la Fondazione Giuseppe Di Vittorio l'Istituto Altiero Spinelli, del Movimento Europeo, dell'Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) e dell'Associazione nazionale perseguitati politici (ANPPIA). Durante la stessa settimana, l'Istituto Altiero Spinelli organizzerà il seminario federalista europeo, con la partecipazione di molti giovani da tutta Europa, coinvolgendo attivamente anche i partecipanti al dibattito.
L'evento si concluderà con l’intervento dell’Area Politiche Europee e Internazionali della CGIL nazionale, che tirerà le fila della riflessione sul futuro dell’Europa.
Nel pomeriggio, alle ore 15.30, è prevista una cerimonia di deposizione di una corona di fiori presso il monumento dedicato ai confinati politici dell’isola, a testimonianza del valore storico e simbolico di Ventotene nel percorso di costruzione dell’unità europea.
L’isola di Ventotene riveste per l’Europa attuale un valore simbolico fortissimo. Malgrado infatti il chilometro e mezzo quadrato di cui consta, è dalle intuizioni che hanno avuto luogo su quest’isolotto del Mar Tirreno che ha avuto origine l’Unione europea: nel luogo di confino degli oppositori del regime fascista, nel luogo in cui il nazionalismo raggiunge il suo apice e tutta la sua carica repressiva e totalitaria, prende forma nel 1944 un progetto concreto e attuale di Europa unita, per superare gli orrori della guerra. E’ qui che tre confinati, tre convinti oppositori della dittatura fascista, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni rispondono alla loro condizione, ma soprattutto alle storture e alle ingiustizie della società europea dell’epoca, immaginando un mondo nuovo e trascrivendo le loro idee in un manifesto: il Manifesto per un’Europa libera e unita, meglio noto come Manifesto di Ventotene. Un testo che rappresenta quasi una rivoluzione, per l’epoca in cui è scritto, e ciò per via della natura altamente innovativa delle idee, delle categorie e dei principi che vengono delineati e proposti al suo interno.
Dalla radiografia della crisi profonda in cui versa in quella fase lo Stato-nazione e il modello di convivenza internazionale basato su di esso, i tre autori del Manifesto traggono la convinzione secondo cui l’unico modo per disinnescare il meccanismo malato all’origine della guerra sia quello di intervenire alla radice, superando cioè gli Stati nazionali e riunendo la loro sovranità e autorità in un unico Stato europeo. Per la precisione: una federazione di Stati. Non è la prima volta che l’idea di una Federazione europea, di un’Europa unita politicamente viene avanzata: è infatti lunga la lista di pensatori politici e di filosofi – Kant su tutti – che su un simile obiettivo avevano in precedenza fornito il loro contributo. Ma quell’idea aveva sempre mantenuto nei loro scritti le sembianze di un’utopia, di un’idea lontana e quasi astratta: la novità del manifesto di Ventotene sta proprio nella capacità di affermare e delineare l’attualità della Federazione europea, nel fatto che la sua costruzione viene proposto un compito immediato e per l’oggi. Dentro questa visione, tutti gli altri obiettivi politici passano in secondo piano, si sottomettono al fine dell’Europa unita, e ciò in quanto si ritiene che solo dentro un’Europa unita gli altri problemi (di natura economica, sociale e politica) possano trovare un’effettiva soluzione.
È lampante la distanza che separa l’Europa federale, democratica e sociale immaginata dai tre confinati dall’Europa odierna, con tutti i limiti derivanti dall’impasto di tecnocrazia, intergovernativismo e mercatismo.
40.7962886, 13.4324706