Occupati per professione

I dati sulle professioni aggiornati al primo semestre 2019 rilevano, nel lavoro dipendente, 2 milioni 139 mila operai specializzati ed agricoltori e 1 milione 722 mila fra conduttori di impianti, operari di macchinari fissi e mobili e conducenti di veicoli. A queste cifre si aggiungono 2 milioni 293 mila dipendenti nelle professioni non qualificate.

Se si osservano in dettaglio le singole professioni, si può verificare che si tratta per le prime due fattispecie di attività manuali nella quasi totalità; nella terza fattispecie, si possono sottrarre alcune professioni come il personale non qualificato di ufficio e poco altro, ma la netta prevalenza è di attività manuali.

Il numero totale di lavoratori dipendenti che, in termini generali, si possono considerare impegnati in attività manuali è quindi compreso tra 5,5 e 6 milioni.

Benché non si possa definire “lavoro manuale”, tra le categorie più esposte al rischio di contagio da coronavirus vanno sicuramente annoverati i medici (168 mila lavoratori dipendenti e 140 mila autonomi), i tecnici della salute (632 mila lavoratori dipendenti e 122 mila autonomi), i tecnici della sicurezza e protezione ambientale (58 mila dipendenti più 16 mila autonomi), i profili qualificati nei servizi sociali e sanitari (256mila, quasi tutti dipendenti), solo per citare le categorie numericamente più rilevanti.

Il totale di lavoratori più esposti al rischio di contagio, quindi, approssima i 7 milioni nel solo lavoro dipendente e supera ampiamente quel numero se si considerano anche le posizioni di lavoro autonomo del personale medico-sanitario e tecnico impegnato nel settore della salute e della sicurezza e protezione ambientale.

Peraltro in questo numero non abbiamo considerato gli “artigiani, operai specializzati ed agricoltori” autonomi (prevalentemente artigiani e partite iva), 1 milione 207 mila unità nel primo semestre 2019, in gran parte rientranti nella fattispecie del lavoro manuale.


Fulvio Fammoni

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