demografia

Gli stranieri maturi e anziani. Demografia, lavoro e bisogni sociali nel cambiamento delle migrazioni in Italia

Il presente contributo offre una sintesi dei principali risultati di una ricerca condotta dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio in collaborazione con lo Spi Cgil nazionale, in particolare con il dipartimento Diritti e Benessere, sotto la responsabilità della segretaria nazionale Spi Mina Cilloni.

I processi migratori e il cambiamento demografico sono affrontati spesso distintamente dalle politiche pubbliche. L’invecchiamento della popolazione non ha solamente conseguenze sulla sicurezza sociale e sull’assistenza, ma si associa a un calo della popolazione in età da lavoro.

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La malattia demografica si cura anche con l'immigrazione

L’Istat, con il report del 22 settembre, ha confermato dati per il futuro che accentueranno un progressivo disastro demografico, già in atto nel nostro Paese. Nonostante la giusta cautela utilizzata sulle previsioni a più lungo termine (2070), anche nel caso più favorevole, un calo di milioni di residenti è pressoché certo. Valutando le previsioni più ravvicinate (a 10 e 20 anni), il calo della popolazione è comunque vertiginoso: -1 milione nel 2030 e -5 milioni nel 2050, con un’emergenza nell’emergenza che riguarda il Mezzogiorno.

(articolo di Fulvio Fammoni pubblicato sul sito di Collettiva)

Italia in difficoltà, per uscirne serve il sindacato

Le ripercussioni della pandemia sull’andamento della demografia in Italia sono state molto gravi. Il totale della popolazione residente al 31 dicembre 2021 è di 58 milioni e 983mila. Si scende sotto la soglia dei 59 milioni di residenti, un dato inferiore di circa -616 mila nei due anni di pandemia trascorsi, e questo risultato non tiene ancora conto del drammatico protrarsi degli effetti pandemici anche nel 2022.

Articolo del presidente della FDV, Fulvio Fammoni, pubblicato su Collettiva.it.

Gli effetti dell’epidemia Coronavirus sulla demografia

Le prime previsioni Istat relative agli effetti della pandemia sulla demografia in Italia prevedevano già all’inizio del 2020 effetti molto gravi. La successiva realtà è stata ancora più pesante di quanto allora previsto.

Il totale dei residenti in Italia continua da tempo a diminuire. Al 1° gennaio 2021 la popolazione residente è di 59 milioni 259mila; con un calo di ben 384mila persone su base annua. Un calo impressionante e questa tendenza non tiene ancora conto del drammatico protrarsi dei diversi effetti pandemici nel 2021.

Le prime previsioni Istat relative agli effetti della pandemia sulla demografia in Italia prevedevano già all’inizio del 2020 effetti molto gravi. La successiva realtà è stata ancora più pesante di quanto allora previsto.

Il totale dei residenti in Italia continua da tempo a diminuire. Al 1° gennaio 2021 la popolazione residente è di 59 milioni 259mila; con un calo di ben 384mila persone su base annua. Un calo impressionante e questa tendenza non tiene ancora conto del drammatico protrarsi dei diversi effetti pandemici nel 2021.

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Demografia e futuro del Paese

Il censimento Istat 2019 propone spunti di riflessione sia quantitativi che qualitativi di notevole interesse. Il 2019 è l’anno che precede la pandemia e sarà quindi necessario verificare come l’andamento del 2020 cambierà alcuni di questi parametri, a partire dalla popolazione residente, dalla sua età media e dall’andamento dell’aspettativa di vita.

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La società italiana e le grandi crisi economiche 1929-2016

Il 25 novembre si apre a Roma, presso l'Aula Magna del Rettorato dell’Università Sapienza in Piazzale Aldo Moro 5, la sessione plenaria del convegno "La società italiana e le grandi crisi economiche 1929-2016", che nei due giorni di lavori offre un’analisi dei grandi cambiamenti sociali ed economici che si sono succeduti nel Paese negli ultimi novant’anni.

Data Evento: 
da 25 Novembre 2016 a 26 Novembre 2016